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ALBA: i banchetti della nuova sinistra anche in terra bresciana

A Calvagese e Ospitaletto i primi banchetti arancioni per la raccolta delle firme sulla richiesta di abrogazione degli Art.8 Legge Finanziaria e Art.18 Statuto Lavoratori. Pochi giorni fa la 'costituente' a Roma

Se vi capita di passare da Piazza Municipio a Calvagese o da Piazza Roma a Ospitaletto li potrete vedere per la prima volta anche sul territorio bresciano, i banchetti arancioni per la raccolta delle firme “per le richieste di referendum abrogativo dell’Art.8 della Legge Finanziaria 2011 e delle modifiche all’Art.18 dello Statuto dei Lavoratori”. Quel colore, e quel banchetto, rappresenteranno i ‘nodi’ bresciani di ALBA, Alleanza per il Lavoro, i Beni Comuni e l’Ambiente, quello che si autodefinisce “un soggetto politico nuovo” e nato in via ufficiale circa sette mesi fa, il 28 aprile 2012 in quel di Firenze, lanciatosi in via ufficiale per via stampa il 29 novembre scorso fino alla consacrazione assembleare del 1° dicembre a Roma.

Cambiare si può, noi ci siamo, questo lo slogan che riassume la fase costituente di ALBA, un movimento politico “nuovo nelle forme e nelle passioni, che si propone di diffondere il potere e non di concentrarlo”, e dunque “essere presente a livello locale perché in questo modo si intende riaffermare la validità della dimensione territoriale locale come luogo dove Governo e cittadini sono più vicini, dove la democrazia partecipativa può affiancare ed essere da stimolo a quella rappresentativa”. Da aprile ad oggi l’elaborazione di 25 propositi irrinunciabili, e un appello “indirizzato a promuovere la presenza di un Quarto Polo per le politiche del 2013, che rappresenti un segno di netta discontinuità con le politiche del passato, fuori dall’alleanza PD e SEL”.

Tutto racchiuso in “uno Statuto partecipato elaborato nel corso di vari incontri nazionali”, proposte e regole “per la valorizzazione delle competenze, dei talenti e delle esperienze nei territori”, senza leader alcuno e con “un comitato operativo nazionale e collettivo”, un’organizzazione “di tipo confederale con tanti nodi distribuiti sul territorio”. E quell’occhio di riguardo ai quesiti referendari, con la raccolta delle firme di cui sopra e l’invito diretto ai cittadini, “per sostenere con la propria firma questa civile battaglia a difesa della dignità dei lavoratori e del diritto al lavoro”.

Una strada diversa “dalla solita sinistra”, e una campagna di adesioni che comincerà il prossimo 15 dicembre. A caccia di “virtuosi esempi” da seguire, come il modello Napoli per l’acqua, la dimostrazione del fatto che “una svolta democratica è possibile per realizzare una politica degli enti locali realmente partecipata”. Fuori dal magna magna elettorale, almeno per il momento: “Le attività di ALBA sono interamente autofinanziate, con le donazioni degli aderenti”.

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