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Carburanti, il prezzo del gasolio è ancora da record: "Il governo intervenga subito"

La denuncia dell'associazione nazionale dei consumatori

"Il gasolio, nonostante il taglio di 30,5 cent deciso dal Governo - 25 cent di accise e 5,5 cent di Iva - è ancora sopra ai valori precedenti lo scoppio della guerra, ossia alle speculazioni scattate dopo il 24 febbraio" a denunciare la mancata riduzione dei prezzi è Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori, sulla base dei dati settimanali del ministero della Transizione Ecologica.

Se la benzina in modalità self service è a 1,793 euro al litro, un prezzo inferiore a quello della rilevazione del 31 gennaio, quando era pari a 1,797 euro al litro, il gasolio è a 1,788 a euro al litro, un livello ancora maggiore al dato registrato il 28 febbraio, dopo lo scoppio del conflitto in Ucraina, quando era 1,740 euro. 

In particolare, da quando è scoppiata la guerra il 24 febbraio, come dimostra il confronto rispetto alla rilevazione del 21 febbraio, un litro di benzina - dopo l'intervento del Governo - costa quasi 6 cent in meno (5,72 cent). Una riduzione pari a 2 euro e 86 cent per un pieno da 50 litri. Un litro di gasolio è invece aumentato di quasi 7 cent (+6,58) al litro: si pagano 3 euro e 29 cent in più a rifornimento. 

"Per questo il Governo deve intervenire subito, sia aumentando la riduzione delle accise, sia prolungato la riduzione delle accise oltre il 21 aprile, altrimenti subito dopo Pasqua gli italiani si troveranno una bella sorpresina",  conclude Dona.

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