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L'accademia bresciana dove si studia nel metaverso: è la prima in Italia

Un progetto sperimentale unico in Italia: all'accademia Laba si studia (anche) nel metaverso

Scomodando Chris Nolan, e non ce ne voglia, è come un viaggio nel mondo di "Inception" (film capolavoro del 2010: guardare per credere, c'è anche Leonardo DiCaprio): ci sono luoghi che esistono e che non esistono, ci sono architetti che disegnano e costruiscono, ci sono persone (reali) che in quel momento vivono una seconda vita. Ma se nell'immaginifico Nolan il secondo mondo era il mondo dei sogni, nella realtà questo "altro mondo" è il metaverso: tutti ne parlano, ma forse nessuno (o comunque pochi) in realtà ci ha capito davvero qualcosa.

E' da questo assioma, paradossalmente migliorabile, che l'Accademia di belle arti Laba ha lanciato la propria "Estetica dei metaversi": un manifesto, per dare un senso al lavoro che verrà; un laboratorio, attrezzato di tutto punto e inaugurato alla fine di luglio; la possibilità, per tutti i mille studenti della sede di Brescia, di poter partecipare ai corsi con un proprio avatar, appunto, in un metaverso. 

Il metaverso come strumento didattico

"Una nuova frontiera entusiasmante", spiega il direttore Marcello Menni: "La sfida è investire risorse umane e materiali affinché la nostra comunità di formazione e ricerca possa essere di aiuto per interpretare i metaversi. Un mondo parallelo in cui si fondono video, realtà virtuale, realtà aumentata, social media, e in cui le nuove generazioni sono assolute protagoniste". L'accademia Laba sarà la prima in Italia a proporre il metaverso come strumento didattico diffuso: visori 3D e altri dispositivi (hardware e software) permetteranno agli studenti di vivere esperienze virtuali applicate ai vari ambiti disciplinari trattati nei corsi Laba, dal graphic design alla fotografia, dal cinema alla pittura, dalla scenografia al fashion design".

Le (quasi) infinite prospettive del metaverso

"Il metaverso fa parte dell'evoluzione di una forma, in questo caso la forma di internet - aggiunge il prof. Michele Brunello - che diventa uno spazio ancora più sociale, con interazioni ancora più approfondite. E campi di applicazione quasi infiniti: dall'architettura, in spazi di creatività che possono anche non rispettare le regole della fisica. O nella moda e nel design: esistono già dei cataloghi fashion che ci permettono di vestire gli avatar con abiti firmati, o collezioni per arredare gli edifici del metaverso. Per capirne le potenzialità, basta immaginare che la Mars House (casa su Marte, ndr) di Krista Kim è stata venduta, nel metaverso, a mezzo milione di dollari".

"Il metaverso non è il fine, ma il mezzo"

La doppia faccia della medaglia, come nel film di Nolan citato qualche riga fa, segue pari pari il rischio di un'alienazione, di una perdita di controllo, di dissociazione da ciò che è reale e ciò che non lo è. "Proprio per questo - continua Menni - abbiamo pubblicato un Manifesto per una realtà virtuale umana e sostenibile, perché il metaverso deve essere il mezzo, e non il fine. Restando in tema cinematografico, mi piace citare il primo punto del nostro Manifesto, che si conclude riprendendo parole da un film di Steven Spielberg: la realtà è l'unico posto dove consumare un pasto decente" (da Ready Player One, ndr).

Il metaverso, innegabile, è oggi un grande tema d'attualità, inserito nel grande filone della realtà virtuale e del ruolo umano al suo interno. Il progetto Laba è ora sperimentale e all'avanguardia, che non ha precedenti a livello nazionale: il viaggio nel metaverso prenderà il via già con le lezioni di settembre, "e saranno gli stessi studenti - spiega infine il prof. Federico Badinelli - ad analizzare le piattaforme esistenti e a guidarci nella scelta del metaverso in cui costruire un'accademia Laba virtuale, pronta probabilmente entro fine anno". 

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