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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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AlmaLaurea: l'Università di Brescia tra le migliori in Italia per trovare lavoro

I dati del report di AlmaLaurea: alla Statale di Brescia dati occupazionali meglio che in Lombardia e in Italia

Una laurea all'Università statale di Brescia continua ad aprire le porte del mondo del lavoro: a confermarlo è il XXIII Rapporto AlmaLaurea, il Consorzio interuniversitario che da oltre un quarto di secolo conduce annualmente le indagini sul profilo e la condizione occupazionale dei laureati, dei dottori di ricerca e dei diplomati di master. Anche quest'anno, dicevamo, i dati occupazionali dei laureati triennali e magistrali di UniBs si confermano superiori alla media regionale e nazionale.

E' in crescita, inoltre, la soddisfazione degli studenti rispetto all'efficacia del titolo, un dato che combina la richiesta della laurea per l'esercizio del lavoro svolto e l'utilizzo in ambito lavorativo delle competenze apprese in università. Il rapporto AlmaLaurea ha indagato, in 76 università italiane, le performance formative di 291mila laureati nel 2020 e ha coinvolto, per la parte relativa alla condizione occupazionale, 655mila laureati di primo e secondo livello negli anni 2019, 2017 e 2015, contattati rispettivamente a uno, tre e cinque anni dal conseguimento del titolo.

AlmaLaurea: indagine su 4.500 laureati bresciani

L'indagine sulla condizionale occupazionale bresciana ha riguardato complessivamente 4.581 laureati dell'università statale. Nello specifico, i dati si concentrano sull'analisi delle performance dei laureati di primo e secondo livello usciti nel 2019 (intervistati a un anno dal titolo) e su quelle dei laureati di secondo livello usciti nel 2015, e intervistati dopo cinque anni. “Conseguire la laurea all'Università di Brescia continua a rappresentare un requisito privilegiato per l'accesso al mondo del lavoro”, commenta il rettore Maurizio Tira.

“Le circostanze particolari del 2020 – continua Tira – hanno inciso, a livello generale, sul tasso occupazionale, ma anche quest’anno il tasso di occupazione dei laureati dell’Università degli Studi di Brescia supera la media regionale e nazionale. Inoltre, i nostri laureati considerano il titolo conseguito e il percorso di studi intrapreso sempre più efficaci sul posto di lavoro: un risultato che premia senz’altro la scelta strategica della nostra Università di ampliare e aggiornare l’offerta formativa, con proposte di interesse per il territorio, declinate in maniera innovativa”.

Come se la cavano i laureati bresciani sul lavoro

Per concludere, questi i dati sui laureati di UniBs resi noti dal report di AlmaLaurea.

  • Laureati triennali a un anno dalla laurea: Ad un anno dal conseguimento del titolo, il tasso di occupazione è dell’87,2%, superiore alla media regionale (75,1%) e a quella nazionale il 69,2. Il tasso di disoccupazione (calcolato sulle forze di lavoro, cioè su coloro che sono già inseriti o intenzionati a inserirsi nel mercato del lavoro) è pari al 6,6% (13% il dato lombardo).
  • Laureati di secondo livello a un anno dalla laurea: Ad un anno dal conseguimento del titolo, l’81,3% dei laureati di secondo livello del 2019 è occupato (88,4% tra i magistrali biennali e 74,4% tra i magistrali a ciclo unico); la media regionale è pari al 75,7% (77,7% tra i magistrali biennali e 71,9% tra i magistrali a ciclo unico); la media nazionale, il 68,1%. Il tasso di disoccupazione, calcolato sulle forze di lavoro, è pari al 7,5% (5,6% tra i magistrali biennali e 9,6% tra i magistrali a ciclo unico).
  • Laureati di secondo livello a 5 anni dalla laurea: Il tasso di occupazione dei laureati di secondo livello del 2015, intervistati a cinque anni dal conseguimento del titolo, è in crescita rispetto allo scorso anno: 95,3% rispetto al 94,2% del Rapporto 2020 (98,4% per i magistrali biennali, cresciuti di 5,5 punti rispetto all’anno scorso e 91,6% per i magistrali a ciclo unico, in leggero calo rispetto al 92,9% del 2020); la media regionale è pari al 92,7%, la media nazionale l’87,7%. Il tasso di disoccupazione è pari all’1,9% (1,1% per i magistrati biennali e 2,9% per i magistrali a ciclo unico).
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