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Parlano gli studenti: a scuola "ansia e stress", bocciati 6 professori su 10

I risultati di una ricerca dell'Unione degli Studenti di Brescia: per il 98.8% dei ragazzi intervistati la scuola causa ansia o stress

La voce degli studenti: la scuola causa ansia e stress, che sia a distanza oppure in presenza. Lo rivela l'ultima ricerca effettuata dall'Unione degli Studenti di Brescia, in collaborazione con la cooperativa Benissimo: su 2.840 studenti intervistati, il 98.8% pari a 2.806 ragazzi ha dichiarato di “provare ansia o stress a causa della scuola”.

Non solo: “Ben 2.471 persone – fa sapere Uds Brescia – hanno affermato di sentirsi tristi o depressi, e oltre 250 di loro hanno dichiarato di aver pensato di farsi male”. Per l'Unione degli Studenti “i dati mostrano una correlazione fra la scuola e lo stato emotivo di chi ha partecipato allo studio: vogliamo denunciare questa situazione drammatica e chiedere un cambio strutturale del sistema scolastico”.

“Serve un cambio di priorità – continua Uds in una nota – Bisogna porre attenzione alla scuola, occorre attribuire centralità agli studenti e al loro sviluppo, cercare finalmente di superare uno studio superficiale volto all'altrettanto superficiale voto”. Su questo fronte, infatti, dall'inchiesta è emerso come ben l'82,5% degli studenti ritenga “che sia stata data più attenzione ad assegnare loro dei voti piuttosto che un'educazione di qualità”.

Le pagelle: bocciati 6 professori su 10

E ancora, sfogliando i dati della ricerca viene rilevato che il 61,3% degli studenti “ritiene che i professori non si siano mostrati disponibili nel comprendere le loro esigenze e nel cercare di aiutarli”. Insomma, un'ecatombe: “Questo dato lascia molto a desiderare – si legge ancora nella nota di Uds – poiché ai professori viene richiesta una capacità di relazionarsi con gli studenti, oltre che la basilare trasmissione dei concetti: prima di essere insegnanti devono saper svolgere il ruolo di educatori”.

Le ripercussioni sulla vita sociale

Per l'Unione degli Studenti “la poca disponibilità da parte degli insegnanti e l'aumento del carico di lavoro di questo ultimo periodo ha inciso drasticamente sulla vita sociale e gli interessi dei ragazzi: soltanto il 5.3% di loro afferma di non essere stato influenzato da questo aspetto nella sua vita personale”.

“Bisogna comunque comprendere – concludono – che gli interessi personali e la socialità degli studenti non sono elementi superflui: entrambi incorrono in modo rilevante sullo sviluppo di un individuo che diventerà parte attiva della società”.

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