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Monte Suello e Moniga del Garda: fenomenologia dell’Alpino moderno

Una settimana fa la grande adunata della sezione Monte Suello: quasi 60 gruppi di Alpini del Garda e della Valsabbia, oltre un migliaio di presenze nonostante il tempo incerto. A riempire le piazze sono rimasti (quasi) solo loro

Saranno stati più di un migliaio, quasi una settimana fa, le penne nere che hanno invaso Moniga del Garda per la 60ma adunata sezionale della Monte Suello di Salò. Forse se ne aspettavano di più, le prime voci parlavano addirittura di 5mila, le ultime (visto pure il tempo non troppo clemente) sembravano dare adito a una conferma di 2mila presenze. Poi magari le 2mila le hanno sfiorate davvero, ma questo conta poco: non siamo qui a parlare solo di numeri, stiamo parlando di un fenomeno vero, un fenomeno decennale.

Viviamo nell’epoca del vuoto politico, della disillusione e dell’incertezza, della crisi. Un momento storico in cui i grandi partiti di massa non esistono più, è finita l’epoca dei milioni di iscritti, delle monumentali rassegne nelle grandi piazze. Un crollo verticale che si è accelerato con il crollo quasi contemporaneo di PCI e DC, gli unici in grado di tesserare per davvero milioni e milioni di persone. Non come oggi, dove perfino nelle feste di partito si fatica a trovare dei volontari, sono tutti camerieri, sono pagati con il voucher, pretendono il rimborso.

Adunata Alpini Moniga del Garda 2012


Chiaro, se non hai un ideale, anche se sbagliato, difficile mettere anima e corpo e impegno. Eppure gli Alpini ci sono, unico corpo militare che riesce a organizzare raduni di questa portata, per non parlare di quelli nazionali che riempiono città intere, vedi Bergamo e vedi Torino, una delle poche associazioni in grado di esprimere queste potenzialità, non ne sono rimaste molte. C’è ancora la CGIL, gli scioperi e i cortei, c’è ancora la Chiesa, quando arriva il Vescovo o quando arriva il Papa. E poi gli Alpini, uniti dal cappello con la penna, dalla memoria, dai valori, solidarietà e volontariato in testa.

Ma se un tempo gli Alpini erano un facile terreno di caccia per la DC ora la direzione politica appare confusa e meno delineata. Escludendo ovviamente la Lega, da sempre contro ogni forma di patriottismo, e gli Alpini ne incarnano forse l’ultima forma rimasta, potrebbe essersi avvantaggiato il PD, che ha cambiato completamente linea politica e ora si pone come ultimo baluardo dello zoppo nazionalismo italiano, in vista delle accelerate trasformazioni che porteranno a un ‘continentalismo’ europeo.

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