Brescia: al Museo Ken Damy la mostra sulla Comune di Parigi
Il primo "assalto al cielo", il primo autogoverno della storia contemporanea: per la prima volta in Italia, arriva anche a Brescia - con una estemporanea al Museo Ken Damy - la mostra sulla Comune di Parigi realizzata dalla Association des Amies et Amis de la Commune de Paris, la più antica organizzazione operaia francese, fondata nel 1882 da un gruppo di comunardi di ritorno dall'esilio. L'esposizione si compone di 22 pannelli in lingua originale, con traduzione italiana a cura del Centro Filippo Buonarroti, centro studi con sedi a Milano, Brescia e Firenze solo nel Nord Italia: sarà aperta al pubblico dalle 10 alle 18 di sabato 8 ottobre, ingresso libero, mentre nel pomeriggio (alle 16) è in programma una conferenza con interventi di Augusto Martellucci (Centro Buonarroti Milano) e Cesira Pedrini (Centro Buonarroti Brescia), che in particolare si soffermerà sul ruolo delle donne nella Comune parigina.
L'esposizione cittadina è stata anticipata da due anteprime a Cologne e Borgo San Giacomo. La mostra sulla Comune di Parigi, nelle scorse settimane già a Livorno, Castano Primo (Milano) e Carpignano Sesia (Novara), arriverà a Milano città tra poco più di un mese, con un'esposizione all'Università Statale dal 18 al 25 novembre.
Il Centro Filippo Buonarroti
Il Centro Filippo Buonarroti, presentando questa mostra al pubblico italiano, prosegue nella sua attività finalizzata a rendere disponibili mostre prodotte in altri Paesi su temi di grande rilevanza della storia del movimento operaio internazionale: in tal senso è la quarta mostra dedicata al tema, dopo aver già prodotto, tradotto ed allestito "Resistenza operaia a Berlino 1942-1945", "Catalogna bombardata 1936-1939" e "Le conferenze di Zimmerwald e Kienthal e l'opposizione alla Grande Guerra". Le mostre sono state esposte con successo in centinaia di occasioni in centri grandi e piccoli, in giro per l'Italia (anche a Brescia e provincia), coinvolgendo decine di migliaia di visitatori.
La mostra sulla Comune di Parigi
"Ringraziamo in primo luogo l'Association des Amies et Amis de la Commune de Paris che ci ha fornito con grande entusiasmo e disponibilità tutto il materiale che ci ha permesso di riprodurre fedelmente la mostra - fa sapere il Centro Buonarroti - e in secondo luogo vogliamo precisare quali sono stati i motivi che ci hanno indotto a riprodurla conservando il testo francese. La motivazione principale è quella di mantenere intatto il fascino della combinazione tra le immagini e la lingua originale, peraltro comprensibile a gran parte del pubblico italiano: qualunque intervento avrebbe significato interferire nella combinazione tra le immagini e il testo, alterando il mirabile equilibrio che i compagni francesi sono riusciti a realizzare". Ai pannelli è comunque affiancata una traduzione italiana, ma è disponibile anche un catalogo nel quale, insieme al testo francese e a tutte le immagini della mostra, è disponibile la traduzione italiana, pannello per pannello.
La Comune di Parigi (1871)
La Comune di Parigi (dal 18 marzo al 28 maggio 1871) è considerata la prima grande esperienza di autogoverno operaio della storia contemporanea. La sua storia si staglia nel periodo della guerra franco-prussiana, scatenatasi nell'estate del 1870 e conclusa con la capitolazione dell'esercito francese. Nel settembre di quell'anno cade l'impero bonapartista e viene proclamata la Repubblica: il 28 gennaio del 1871 viene firmato l'armistizio con la Prussia e l'8 febbraio viene eletto Thiers capo del governo. Ma la Guardia nazionale, composta da 300mila uomini, si dà un organismo direttivo in contrapposizione al governo corrotto di Thiers: i suoi 215 battaglioni eleggono un comitato centrale che di fatto rappresenta la Parigi operaia in armi. La città viene accerchiata, per essere disarmata, ma il 18 marzo è il giorno dell'insurrezione. La Comune viene proclamata il 28 marzo e durerà 72 giorni, in una città assediata dagli eserciti francesi e prussiani. Per la prima volta viene vietato il lavoro notturno e quello minorile, le donne entrano a far parte della vita civile e politica, vengono espropriate le grandi proprietà a favore della cooperazione operaia, aboliti l'esercito e la polizia, confiscati i beni della Chiesa. Un'esperienza che verrà però stroncata con il sangue.
Così scrive Karl Marx sulla Comune di Parigi, nel libro "La guerra civile in Francia". "La molteplicità delle interpretazioni che si danno alla Comune mostrano che essa fu una forma politica fondamentalmente espansiva, mentre tutte le precedenti forme di governo erano state unilateralmente repressive. Il suo segreto fu questo: essa fu essenzialmente un governo della classe operaia, il prodotto della lotta della classe dei produttori contro la classe appropriatrice, la forma politica finalmente scoperta, nella quale si poteva compiere l'emancipazione economica del lavoro".