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"L'amore che si vede": a Brescia gli anni russi di Chagall

Conto alla rovescia per lo spettacolo di Dario Fo al Teatro Grande, il 16 gennaio 2016: intanto la mostra dedicata a Marc Chagall e ai suoi anni russi è ancora visitabile fino al 20 febbraio. La recensione

La mostra “Marc Chagall. Anni russi 1907-1924” è a cura di Eugenia Petrova, direttrice del Museo di Stato Russo: siamo grati della sua premurosa attenzione verso Chagall e verso Brescia.

Dal 20 novembre, Marc Chagall è al centro di un evento inedito al Museo di Santa Giulia, grazie ad opere provenienti da San Pietroburgo: sia dal museo russo che da raccolte private. Del grande artista, già celebrato a Milano lo scorso anno, in questa occasione ci viene rivelato attraverso i suoi capolavori dei primi 30 anni, gli anni franco-russi. Nelle sale accanto alla sua esposizione è stato posto un racconto-omaggio di Dario Fo, premio Nobel della letteratura e del teatro, affabulatore e cantastorie, affascinato da Chagall già in epoca giovanile, dalla prima mostra di Parigi, vista a 20 anni. Ne è nato un incontro-confronto tra due grandi personalità seduttive.

Da un lato Marc Chagall, pittore lirico e surreale, gioioso sognatore, osservatore prezioso della vita dolente della comunità yiddish, a Vitebsk poi a Petrograd poi a Mosca, longevo protagonista dell’arte del XX secolo. Nato nel 1883 a Vitebsk, dopo aver studiato a a Pietroburgo, Chagall va per la prima volta a Parigi tra il 1911 e il 1914, grazie ad una borsa di studio. Si stabilisce a Ruche, dove frequenta artisti e intellettuali delle avanguardie, fra i quali Fernand Léger, Henri Laurens, Amedeo Modigliani, Chaïm Soutine e i poeti Guillaume Apollinaire, Max Jacob e André Salmon.

Chagall espone le opere eseguite a Parigi nella Galleria berlinese Der Sturm, nel 1914; quindi ritorna a Vitebsk, progettando di trattenersi soltanto qualche mese per sposare Bella, di cui è innamoratissimo. Lo scoppio della prima guerra mondiale lo obbliga a rimanere. Sposa Bella Rosenfeld nel 1915. Con lei si si stabilisce a Pietrogrado, dove frequentano insieme gli ambienti dell’intelligencija russa, entrando in contatto con numerosi scrittori, critici e poeti, fra i quali Aleksandr Blok, Sergej Esenin e Vladimir Majakovskij. A Pietrogrado, Malevič espone il Quadrato nero su sfondo bianco e pubblica il manifesto Dal cubismo al suprematismo. Nuovo realismo in pittura. Nel Palazzo delle arti di Pietrogrado ha luogo la prima mostra libera statale di opere d’arte alla quale prende parte anche Chagall.

In Russia scoppiano la rivoluzione di Febbraio e la rivoluzione di Ottobre. Nasce il governo bolscevico, il Consiglio dei commissari del popolo (Sovnarkom) di cui Lenin diventa il presidente; il ministero degli Esteri è affidato a Lev Trockij. Dal1918 Chagall, che aveva affidato speranze di rinnovamento nella rivoluzione, è nominato commissario alle Belle arti per la regione di Vitebsk. Istituisce una commissione artistica per festeggiare il primo anniversario della Rivoluzione con un’ampia decorazione della città, quindi fonda una scuola d’arte. Costituisce un corpo docente formato dagli artisti Aleksandr Romm, Vera Ermolaeva, Jehuda Pen e Kazimir Malevič, che dirige atelier liberi, col quale si scontrerà duramente. Nel 1920, in seguito a un contrasto sorto fra i docenti della scuola di Belle arti di Vitebsk, Chagall chiede il trasferimento a Mosca e lo ottiene, accetta poi l’incarico di eseguire le scene e i costumi per le opere teatrali di Sholem Aleichem e dipinti murali per la sala del Teatro Ebraico da camera. Chagall nel 1919 aveva ricevuto ordinazioni di bozzetti e costumi per una rappresentazione di 'I giocatori' e 'Le nozze' di Gogol, che non potrà mai eseguire. Nella colonia ebraica degli orfani di guerra, a Malahovka, Chagall tiene un corso di arte per i bambini scampati ai pogrom. Nel 1922-23: porta a termine Moja žizn’ (La mia vita), l’autobiografia che aveva cominciato a scrivere nel 1915-1916. Nel 1922 si sente obbligato a lasciare la Russia definitivamente, portando con sé tutte le proprie opere, diretto a Berlino. Cerca di recuperare i dipinti che prima della guerra aveva lasciato presso la galleria Der Sturm. Nel corso di questo determinante soggiorno berlinese - durato nove mesi - per la prima volta si esercita nella tecnica dell’incisione.

Le opere di Marc Chagall raccontano, insieme a stralci tratti dalla citata autobiografia Ma Vie, le citate amare vicende che l’hanno obbligato ad abbandonare il paese che ama e del quale avrà sempre nostalgia, la Russia per Monaco, poi per Parigi. Fuggirà negli negli USA per insistenza degli amici dopo le leggi razziali. Personalità intrisa di spiritualità, ha attraversato la persecuzione dei cosacchi, due guerre e una rivoluzione, prima auspicata e poi tanto rifiutata da fuggirne per ritrovarsi a Parigi, da dove dovrà ancora una volta fuggire, per la nascente persecuzione tedesca contro gli ebrei. Profondamente innamorato di Bella, ha vissuto tante tragedie resistendo nella sua visione fantasiosa, in modo straordinario, immortalando tutto il vissuto nelle sue opere. Alla morte della moglie, è crollato in un forte rifiuto della vita sempre amatissima. Sarà capace di creare ancora, solo grazie ad un nuovo amore: l’amore si vede, riverbera intorno a sé luce e calore!

Le passioni di Chagall sono riflesse nelle sue opere: in Marc Chagall. Anni russi 1907-1924 si sviluppano seguendo il percorso dalla sua formazione sino ai primi anni della maturità, quelli della diaspora verso l’ovest. Nella mostra viene indagato il periodo sopraccitato, attraverso 17 dipinti e 16 disegni insieme a 2 taccuini con disegni e poesie recentemente ritrovati, per la prima volta presentati al pubblico. Chagall da Vitebsk, paese di nascita e vero protagonista delle prime opere, si trasferisce prima a San Pietroburgo, dove studia presso l’Accademia Russa di Belle Arti, e poi a Parigi, dove viene in contatto con la comunità di artisti di Montparnasse e dove ritornerà definitivamente con la moglie Bella a partire dal 1924.

Nei disegni colpisce la vicenda della donna con un gallo, in più riprese una vecchina accudisce un gallo con tenerezza, lo tiene accanto a sé: il gallo sarà ai piedi del letto durante la malattia della padrona, fino alla morte. Prende vita, con vigore, la serie di ritratti di personaggi del paese: donna, ragazza, uomo, vecchi, coppie di anziani, tutti dai visi intensi, fortemente segnati come in Roueau. Entusiasma come sempre la gioiosa Passeggiata del 1917-1918, Bella vola in un cielo grigio-perla, stretta per mano al pittore che avanza su un tappeto verde-cubista, sullo sfondo il profilo di una Vitebsk rosata. Già nel 1908 il giovane Chagall celebrava il paese natale ne La veduta dalla finestra a Vitebsk. Un mazzo di fiori chiari sul davanzale, vetri spalancati su una visione verde-rosa, una luce intensa e un tratto di arcobaleno. Ancora Vitebsk ne l’Ebreo in rosa, la figura in primo piano dall’espressività intensa fra il vagabondo (mano verde) e il profeta (mano bianca) è seduta fuori da una casa più rossa che rosa, circondata da un cielo giallo. Fantasia e realtà diventano sogno. Il percorso artistico raggiunge livelli di alta poesia con Gli Amanti in blu: un abbraccio tenero in un alone blu che rende tutto misterioso e sognante…tenerezza che ispirerà i personaggi di Peynet alla fine del 900, ma sembra a sua volta ispirarsi ad un gioco di maschere veneziane.

Nelle opere non manca il tocco di sapiente ironia in Giorno di festa Rabbino con cedro: il rabbino ha sul capo un rabbino in miniatura, fissato. Nel testo scritto de la Vie, Chagall sembra si rivolga ad Elia, persino a Dio per essere protetto. Ironia amara in Soldati con le pagnotte (1914/15); tenero e ricco di affettività Mio padre e la nonna; ordinati e misteriosi Il negozio della madre e Il barbiere. Profondamente malinconico il Viaggio in volo sopra Vitebsk, un vecchio pellegrino con la sua bisaccia vola grigio, triste, in un cielo pieno di fumo fra tetti e strade innevate.

Accanto alle sale di Chagall, Dario Fo si conferma un grande affabulatore, diventato pittore di scena per rappresentare vite di artisti, innamorato di Chagall a cui si sente particolarmente vicino, per il gusto del fantastico, del surreale, rielabora le opere di Chagall come volesse proseguire il suo racconto dopo esserne stato coinvolto. Si rivela assorbito, grazie alla condivisione del tema grande amore della vita. Nei disegni di Fo rivive la compagna Franca Rame, stavolta nei panni di Bella. Dario ha realizzato 20 dipinti, accompagnati da 15 bozzetti. Sfogliamo diverse provocazioni: Fo fa volare lontano, strappata da una folata di vento, Bella-Franca.. ma lui la insegue.

Si sono intensamente amati in una sorta di 'danza', Les amantes son seuls au monde (2015): vitale, folgorante, ma visione altra da quella di Chagall, L’artista russo riesce a trasformare le immagini in metafora di vicende umane passate e future e raggiunge la poesia. I tratti di Dario richiamano movenze e colori di Chagall, ma si ripetono invece come fili in continuo accartocciamento, si rimescolano. Insicuro e profondo il tocco romantico in Un angolo della notte blu: l’artista-nomade guarda il cielo sognante, in attesa.

Il racconto sulla vita e l’opera di Marc Chagall diventerà una lezione spettacolo, curata proprio da Dario Fo in scena tra pochi giorni – il 16 gennaio 2016 – presso il Teatro Grande di Brescia.

MARC CHAGALL. Anni russi 1907-1924
Con un racconto per immagini di Dario Fo
Brescia, Museo di Santa Giulia
20 novembre 2015 – 15 febbraio 2016

Informazioni e prenotazioni
tel. 030.2977833-834
santagiulia@bresciamusei.com
chagall.bresciamusei.com

Giorni di apertura
Da martedì a domenica (chiuso tutti i lunedì non festivi)
Da martedì a venerdì dalle 9.30 alle 17.30
Sabato e domenica dalle 9.30 alle 19.00

Biglietti
Intero € 10; ridotto € 8; scuole € 6. E' possibile acquistare un biglietto unico al prezzo ridotto di € 14 per visitare anche la mostra di Malevic alla GAMeC di Bergamo. Lo speciale biglietto combinato è acquistabile presso entrambe le biglietterie.

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