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Brescia: oltre 16 mila visitatori alla mostra “Gli animali nell’arte”

Grande successo di pubblico per l’esposizione in corso a Palazzo Martinengo fino al 9 giugno.

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di BresciaToday

A poco più di un mese dall'inaugurazione della mostra curata da Davide Dotti, sono stati 16.117 i visitatori che hanno ammirato gli 80 capolavori che documentano come la rappresentazione degli animali abbia trovato ampia diffusione nell’arte italiana tra XVI e XVIII secolo. L’esposizione ha registrato un incremento del 20% dei visitatori rispetto alle mostre ospitate in passato a Palazzo Martinengo, il 35% dei quali provenienti fuori dalla provincia di Brescia. Ottima, in particolare, la risposta delle scuole: 4357 gli studenti (quasi il 30% del totale) che hanno affollato le sale della storica residenza nel cuore della città. Sono inoltre 93 i gruppi organizzati di visitatori, di cui metà da fuori provincia.

Tra i capolavori esposti, figurano anche due dipinti della Fondazione Sorgente Group presieduta da Valter e Paola Mainetti, che hanno concesso in prestito volentieri i due capolavori della scuola emiliana del Seicento, verso la quale nutrono particolare attenzione. “Consentire agli amanti dell’arte di tutto il mondo di poter apprezzare le nostre collezioni è parte dell’opera di valorizzazione che conduciamo con la Fondazione Sorgente Group – dichiara Valter Mainetti – in questo caso esponiamo l’opera del Guercino, artista del quale siamo fra i principali collezionisti a livello privato”.

La Diana Cacciatrice di Giovanni Francesco Barbieri (noto come “il Guercino”) è un dipinto di rara delicatezza e dinamismo che associa la divinità latina della caccia a Selene, grazie al simbolo della luna. Il ritratto del cane, che la dea tiene al guinzaglio, conferisce grande realismo all’opera, che grazie alla Fondazione Sorgente Group ha attratto l’attenzione del mondo accademico, tanto da essere richiesta per mostre di livello internazionale. È stata esposta per la prima volta nel 2011 a Cento, città natale del Guercino, poi nel 2012 a Palazzo Barberini a Roma per la personale sull’autore e infine nel 2015 a Tokio presso il National Museum of Western Art. Il Ritratto del Guercino e della madre assieme a un cane Lagotto è invece un inedito che raffigura un curioso episodio della vita del Barbieri, attribuito al fratello Paolo Antonio, anch’egli pittore. Il vero protagonista dell’opera è l’animale al centro della scena, la cui figura è impreziosita da un collare decorato con i gigli dello stemma dei Farnese di Parma. Si tratta di una razza molto antica di cane d’acqua da riporto originaria proprio della Romagna.

La mostra di Palazzo Martinengo, che ha ottenuto il patrocinio del WWF Italia, è oggetto di studio anche del Dipartimento di Scienze Naturali e Zoologia dell’Università di Pisa, che analizzerà in maniera scientifica le opere selezionate per l’esposizione, per ricavare informazioni sulle razze e sulla loro evoluzione nel corso dei secoli. Fanno parte dell’esposizione ritratti in cui l’anatomia degli animali viene finemente rappresentata, con episodi di ispirazione biblica e tratti dalla letteratura classica greca e latina.

Il percorso espositivo è suddiviso in dieci sezioni che indagano la presenza dell'animale nella pittura a soggetto sacro e mitologico - mettendo in evidenza le simbologie e i significati ad esso connessi - per poi addentrarsi in sale tematiche dedicata a cani, gatti, uccelli, pesci, rettili e animali della fattoria, spesso raffigurati in compagnia dell'uomo. Nell'ultima stanza, invece, sono protagonisti gli animali esotici - scimmie, pappagalli, dromedari, leoni, tigri, elefanti, struzzi - e fantastici, figli cioè della fervida vena creativa degli artisti. Tra le opere presenti vi sono il pendant di tele di Giacomo Ceruti, detto Il Pitocchetto, raffiguranti Vecchio con carlino e Vecchio con gatto (collezione privata milanese); la tavola con Leda e il Cigno del manierista fiorentino Francesco Ubertini, detto Bachiacca dell'Accademia Carrara di Bergamo.

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