Ugo Cornia a Pisogne: "Sono socievole fino all'eccesso"
“Non so se scrivere è un po’ un esercizio di buttar via dei se stessi o di creare dei se stessi. Secondo me ti crei dei te stessi, poi dopo un po’ li butti via, un po’ come fai in molte cose”. (Ugo Cornia)
UGO CORNIA raccoglie l'invito di STORiE di Schiribis e Puntoacapo e approda a Pisogne per presentare il suo ultimo libro "Sono socievole fino all'eccesso. Vita di Montaigne", che fa parte della collana "Il mondo è pieno di gente strana": le vite straordinarie edite da marcos y marcos con la direzione di Paolo Nori. Tanti cuori per lui.
Di seguito una piccola scheda del libro:
Evita gli impegni mondani, il potere è per lui un piacere fiacco; è sempre i
n cerca di cose nuove e sconosciute. Ha un amico, La Boétie. Con lui, si abitua a essere in due dappertutto, e la sua morte lo lascia a metà. Non siamo mai un uno, siamo sempre la metà di qualcos’altro, siamo tante metà, dieci metà o quindici metà. Un navigatore porta tre indigeni americani alla corte del re: Montaigne vuol sapere cosa pensano di noi. Pensano che è strano che metà della popolazione sia satura di agi, e l’altra metà sia bisognosa, smagrita dalla fame e dalla povertà; ancora più strano che le metà bisognose non diano fuoco alle case delle metà agiate. La giustizia del resto non funziona, troppe leggi allontanano dalla verità. Adottiamo una nuova formula di sentenza: “La corte non ci capisce niente”. In tempi di guerre civili, spiazza i nemici trattandoli da amici, vuole inventare possibilità di ‘non guerra’. Il padre era un uomo forte, e d’ingegno molto fine; invece di lasciargli in eredità il suo senso pratico, gli lascia il mal della pietra. Le coliche sono lunghe e penose, gli tolgono la voglia delle donne. Montaigne diffida dei medici, dice che ci insegnano a star male per imporci la loro autorità. Quel che ci piace ci fa bene, così lui si mette in viaggio: Parigi, Svizzera, Germania e poi l’Italia. E di locanda in locanda, di terme in terme, un susseguirsi di acque, dolori, stranezze e meraviglie; la felicità di un uomo curioso del mondo fino all’ultimo respiro.
Lo sguardo limpido di Ugo Cornia incontra lo sguardo limpido di Montaigne: parole e pensieri attraversano i secoli, freschi e sovversivi, e al ritmo di una bella cavalcata inizia l’avventura.