Brescia: Andrea Barretta presenta le poesie di Maria Rosa Bertellini
Sabato 21 novembre ore 18, alla Galleria ab/arte, Andrea Barretta presenta il libro “Spiragli di luce” della poetessa Maria Rosa Bertllini. Sarà presenta l’attore Sergio Isonni che leggerà alcune poesie. Poesie che hanno sogni non ancora risolti ma senza attese malinconiche di dimensioni diverse rispetto a paesaggi armoniosamente poetici assimilati a capacità pragmatiche nel comprendere la vita. C’è la forza delle emozioni nella misura di parole che creano parvenze cristallizzate in reminiscenze, e l’ardente inclinazione a rendere la verità: tenace confessione del bisogno di un equilibrio diverso ma efficace, quasi rispondendo a una sorta di burrascosa energia nel trasferire la pronuncia poetica in un campo letterario di quartine.
Non possiamo non intravedere criteri che arrivano soprattutto dagli studi universitari di Bertellini, determinati dalla laurea in lingue e letterature straniere alla Bocconi di Milano conseguita nel 1965, e dagli anni come docente di lettere. (…) E sono solo alcuni dei modi con i quali si confronta con i lettori, con accordi di rara bellezza come per uno spartito che definisce canoni di stili letterari distribuiti in una raccolta d’impianto filologico nel rapporto fra testo e tradizione, fra oggettività condivise e libertà del verseggiare.
In effetti, ha saputo coglierne l’eredità intellettuale, soprattutto se guardiamo ai particolari di archetipi nell’accezione filosofica di essenza sostanziale delle cose sensibili. Qui mi riferisco a versi sciolti con un disegno ritmato dalle esperienze del vers libre, spesso trattato nell’accentuazione dell’aspetto orfico, ossia della cifra evocativa intensamente lirica corrisposta nell’ideale costitutivo di disciplina estetica. (…) Un modello di linguistica diacronica che mira all’identità umanistica in una dimensione fonetica o lessicale calata nella situazione critica che, ad esempio, contrapponeva Pasolini a Saba, e che ancora oggi non è del tutto esplicata finché la poesia, come nella conclusione di Garcia Lorca, non sarà conscia di non cercare seguaci ma amanti, perché ogni poesia è inesplicabile, affermava Borges, e “nessuno sa interamente ciò che gli è stato concesso di scrivere”.
E’ in queste prime letture intrise di appunti che propongono l’idea poetica, scopriamo il mondo bertelliniano nello scorgere genuini ambienti dove le parole si distendono nella libertà di scansioni date non soltanto dagli accenti, dalla rima o dal numero di sillabe, ma dall’avanzare della musicalità che ne caratterizza i versi. Ma la nostra autrice non manca neanche di misurarsi con la soggettività di un autobiografismo tra punti d’inizio e istanti di cesura, … nella tesi dialettica con il paradosso dell’edonismo nel dispensare un ordine alle cose e nell’andare a capo e tornare al piacere della centralità della lirica pura.
(…) Questo, però, non aggiorna il suo criterio narrativo, né il rifiuto a soggiacere a motivi che non riconoscano la possibilità di mutamenti che spingono fuori dai soliti schemi, che corrono lungo la sua intera produzione. Tant’è che ora la poesia di Maria Rosa Bertellini s’è allontanata da quella impegnata socialmente degli anni Settanta del Novecento e rifugge il formalismo che la precedeva e in parte l’ha seguita; ora la sua poesia aspira all’affrancazione dell’anima dal corpo, (…) e si basa su una scelta condizionata dall’età che giunge al riassunto dei modi di essere nell’esserci, in cui scrivere è per lei bisogno primario in una sorta di ricostruzione, di crestomazia come valore documentario di una vita. (…)
Dall’introduzione di Andrea Barretta