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Elena Crisanti e la rivincita dell’arte: «Una funzione vitale irrinunciabile»

Viaggio non solo artistico nel mondo di Elena Crisanti, dalle sue opere alle sue performance, e una certezza per il futuro: "Una mente aperta è una mente creativa". All'Hotel Aurora in mostra i suoi Contraffatti

Una storia artistica che non nasce dall’oggi al domani, comincia con l’Accademia di Brera, con la collaborazione fruttuosa con Luciano Fabro, di cui lei si definisce non solo allieva ma anche assistente e amica. Elena Crisanti è una di quelle artiste che in toni moderni si può associare al multitasking, diversi modi di esprimersi, differenti modalità di esposizione, la pittura e la scultura, l’arte visiva e le installazioni, il coinvolgimento del pubblico. Per chi ne volesse un assaggio i suoi Contraffatti sono attualmente in esposizione all’Hotel Aurora di Desenzano del Garda dove chi lo gestisce, il buon Andrea Albiero, a detta della stessa Elena “è forse uno dei pochi che davvero ci capisce qualcosa, che almeno ci prova”.

Essere artisti oggi non è poi così facile, spesso l’ideologia dominante ci vuole tutti uguali, tanto silenziosi quanto inespressivi. “Per questo a me piace lavorare con i giovani – ci spiega proprio Elena Crisanti, che ci accoglie nella sua casa laboratorio tra tele e colori, piccole sculture e quaderni pieni di disegni e idee – Amano essere coinvolti e travolti, sono disposti a mettersi in gioco, a mostrare tutto il loro potenziale. E pensare che noi viviamo in un Paese che respira arte e cultura, in ogni angolo e in ogni luogo: i ragazzi giovani hanno tutto questo, sono pieni di energia, di energia pulita”.

Opere, lavori, performance - © Elena Crisanti


In effetti è la performance a caratterizzare il suo percorso artistico. L’espressione visiva di video come Il Mondo in Testa..Sussurato o 360° Persistenti, con la musica e i suoni di Natalia Green e Laura Masotto, l’espressione vera del pubblico che entra a far parte dell’opera d’arte, come al Carnevale di Viareggio, o le opere dal vivo, create al momento, al Teatro Ludas di Mantova, le maschere degli Spartiti Destini, tutti coinvolti e incuriositi, artista e pubblico pronti ad una temporanea simbiosi, tutti con una maschera diversa, ma con un obiettivo comune, la ricerca e la costruzione dello “specchio del cielo”.

I suoi viaggi, dal elena c - luciano fabro-2Marocco al Brasile, quell’intero mese dedicato all’arte che coinvolse l’intera Novi Ligure, ormai più di un decennio fa. Fino alle più recenti performance del Wonderland Festival di Brescia, una notte intera a contatto con l’arte, la musica e la creatività, le cosiddette testine, piccole teste che tornano e ritornano, con una dedica ai migranti che lasciano la loro terra “senza sapere dove e come arriveranno”, l’opera video Ectoplasma, con una serie di “effetti speciali ma del tutto manuali”, specchi, caleidoscopi, rifrazioni. Oppure i Contraffatti, piccoli e grandi, arte povera e concettuale, figure e immagini “senz’anima” che però “possono cambiare”, quasi alla “ricerca delle origini di questi personaggi, di queste situazioni”.

Purtroppo in Italia troppe volte passa l’idea che “con la cultura non si mangia”, e allora tanto vale lasciar perdere. “Questo mi fa arrabbiare, mi fa diventare pure triste – ancora Elena Crisanti – L’artista, che sia un musicista o un poeta, un pittore o un autore, deve tornare ad essere una figura importante, ti aiuta a guardare le cose in un altro modo, a trovare definizioni più ampie, ad aprire la tua mente. Una mente aperta è una mente creativa, una mente creativa è una mente libera, quando tutto questo non c’è ecco che arriva il disagio, la passività sociale”.

“L’arte è un principio, un nostro principio. Una funzione vitale a cui non possiamo rinunciare, siamo noi stessi un capolavoro, un capolavoro naturale. L’artista ferma il tempo, il tempo che altri non riescono a fermare. Questa è la vera utilità, estrapolare questa sensibilità intrinseca, che ognuno di noi ha dentro. Siamo circondati da questo sistema decadente, che vorrebbe una cultura a senso unico. Ma per fortuna la gente è ancora curiosa, ha ancora voglia di aprirsi”. Quando la storia chiama, l’arte risponde. Sempre.

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