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UniCredit traccia l'identikit dell’assistente familiare bresciano

In occasione della Giornata internazionale dei lavoratori domestici, Agenzia Tu UniCredit presenta un’indagine che mette a fuoco il contributo degli immigrati al welfare familiare e offre spunti di riflessione sui necessari ambiti di miglioramento di un settore destinato a crescere. Sono oltre 750mila i lavoratori stranieri censiti dall’Istat impegnati nell’assistenza familiare. Quasi 18.500 nella sola provincia di Brescia

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di BresciaToday

Sono la categoria più numerosa tra i lavoratori immigrati in Italia e a Brescia. Trovano lavoro principalmente tramite il passaparola tra i connazionali e nella maggior parte dei casi non hanno ricevuto una formazione specifica per la cura delle persone, ma possiedono una grande capacità di risparmio. Sono circa 18.500 nella sola provincia di Brescia, in prevalenza donne, e provengono soprattutto da Moldova, Ucraina e Romania (In Italia provengono in prevalenza da: Filippine, Sri Lanka, Ucraina, Perù, Moldova, Ecuador e Romania).

E' questo in sintesi l'identikit degli assistenti familiari che lavorano a Brescia e provincia. A dirlo è l'"Indagine sull'assistenza familiare in Italia: il contributo degli immigrati", uno studio ideato e coordinato da UniCredit Foundation, realizzato dal team dei ricercatori del Centro Studi e Ricerche Idos e presentato in occasione della "Giornata internazionale dei lavoratori domestici". Il 16 giugno si celebra, infatti, l'anniversario dell'adozione, avvenuta nel 2011, della Convenzione 189 sulle lavoratrici e i lavoratori domestici da parte dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro.

Gli intervistati hanno una buona capacità di risparmio. Sono infatti in grado di accantonare anche fino a 250 euro al mese. Dall'indagine emerge che tra i più virtuosi in tal senso, ci sono i lavoratori stranieri presenti nell'area di Brescia: il 74% degli intervistati dichiara infatti di riuscire a risparmiare. Il denaro guadagnato viene poi in parte spedito, nella maggioranza dei casi, ai familiari nei Paesi d'origine (il 33,6% attraverso canali informali, correndo il rischio del mancato recapito).

Secondo l'indagine UniCredit, il 61% trova lavoro attraverso il passaparola tra connazionali. Dato ancora più alto a Brescia, dove la rete del passaparola tra le comunità porta all'83% gli assistenti che hanno trovato lavoro con l'aiuto di connazionali.

Tra i dati di rilievo emersi dall'indagine, è da segnalare il tema del livello di istruzione, che risulta mediamente elevato, con il 26,7% che ha conseguito il diploma e il 18% che ha frequentato l'Università. Meno soddisfacente è la formazione specifica ricevuta per la cura delle persone (73,3% risposte negative e 24,7% risposte positive) dato che risulta peggiore sulla città di Brescia dove il 96% degli intervistati non ha ricevuto una formazione specifica.

"Dal 2006 Agenzia Tu offre un servizio bancario vicino alle esigenze di queste persone - spiega Cristina Proci, Responsabile Area Commerciale Agenzia Tu di UniCredit. L'invecchiamento della società, che caratterizza da anni il nostro Paese, è un fenomeno che vedrà un costante aumento anche nel prossimo futuro, soprattutto a causa del perdurare della difficile situazione dell'economia. In questo contesto, il contributo degli immigrati che lavorano come assistenti familiari diventa sempre più fondamentale per la nostra società, sia perché favorisce la coesione sociale, sia perché permette di contenere i costi pubblici per le cure e per l'assistenza delle persone anziane. E' importante quindi favorire percorsi virtuosi di integrazione di questa categoria di lavoratori nel nostro Paese, anche dal punto di vista finanziario, ed è insito nella nascita di Agenzia Tu UniCredit il dovere di stimolare questo percorso di inclusione finanziario e sociale, nel rispetto degli elementi distintivi che ciascun individuo porta con sé".

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