Considerato il vero tuttofare dello studio, si occupava addirittura di andare a ritirare la posta nelle varie sedi, vere o fittizie, delle aziende coinvolte, era il 77enne A.R. di Lodi, che non andrà però in carcere per motivi d'età. Nel lungo elenco sono coinvolti anche quattro imprenditori bresciani.

Uno di questi si è reso irreperibile, gli altri sono stati arrestati: si tratta di B.A. (55 anni) e L.P. (52 anni), entrambi di Castelcovati, poi S.D. (48 anni) di Coccaglio. In tutto sono decine gli imprenditori nostrani coinvolti nell'affare e ora indagati dalla Procura, a vario titolo.

La stessa Procura ha disposto il sequestro preventivo di beni e immobili per oltre 180 milioni di euro, tra cui almeno 200 case e una sessantina di automobili di lusso. Erano furbi e anche sfacciati: avevano intestato la sede legale di un'azienda in un centro di controllo della stazione ferroviaria di Rovato.