rotate-mobile
Economia Villa Carcina

106 operai lasciati a casa dall'oggi al domani: è maxi protesta

Sciopero di quattro ore in tutte le aziende metalmeccaniche bresciane

La notizia dei 106 licenziamenti alla Timken di Villa Carcina ha scatenato l'immediata reazione dei lavoratori, che in fabbrica sono in sciopero con presidio permanente: ma la protesta si estenderà venerdì a tutte le aziende metalmeccaniche della provincia di Brescia, con quattro ore di sciopero effettuate alla fine di ogni turno di lavoro (salvo diverse indicazioni dalle rappresentanze sindacali).

Lo sciopero è di fatto l'unica “arma” per la difesa del salario e del posto di lavoro: la mobilitazione è stata annunciata da Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm. “Lo sblocco dei licenziamenti voluto dal governo Draghi e da Confindustria – si legge in una nota – ha avviato le procedure di licenziamento per centinaia e centinaia di lavoratori, anche bresciani”.

“Si tratta di decisioni inaccettabili, che colpiscono l'insieme del mondo del lavoro, che vanno contrastate con fermezza per difendere l'occupazione, il reddito, impedire la riduzione della capacità industriale del Paese, evitare che altre aziende seguano questi negativi esempi e rivendicare allo stesso tempo investimenti e politiche industriali in tutto il territorio nazionale”.

La crisi di ristrutturazione dell'automotive

La Timken di Villa Carcina è una multinazionale americana del settore della componentistica automotive, presente in 30 Paesi con oltre 50 stabilimenti, 24 centri di distribuzione e 85 filiali, 17mila dipendenti e un fatturato (nel 2020) di 3 miliardi e mezzo di dollari. Fanno parte del settore automotive anche la Gkn e la Gianetti Ruote, altre aziende dove sono stati annunciati centinaia di licenziamenti.

A quanto pare è soltanto l'inizio di una colossale crisi di ristrutturazione che porterà alla riconversione e al licenziamento di milioni di lavoratori in tutta Europa: è la conseguenza diretta della rivoluzione “green” nel mondo delle auto. All'azione europea della grande industria manca però una risposta altrettanto europea da parte dei lavoratori: ovvero, un solido e organizzato sindacato continentale.

Intanto, lo sciopero bresciano di venerdì rilancia anche sulla riforma degli ammortizzatori sociali, “occorre renderli universali ma anche vincolare le ingenti risorse pubbliche destinate alle imprese a precisi vincoli sociali, a partire dalla difesa dell'occupazione, al superamento della precarietà lavorativa, alla salute e alla sicurezza nei luoghi di lavoro”. 

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

106 operai lasciati a casa dall'oggi al domani: è maxi protesta

BresciaToday è in caricamento