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Economia

Lunedì 12 dicembre 2011: 8 ore di sciopero generale dei metalmeccanici

Lo sciopero è stato indetto contro la manovra del Governo e la scelta della Fiat di cancellare il contratto nazionale

La manovra economica annunciata dal Governo è ingiusta, socialmente insopportabile, fa cassa su chi ha sempre pagato, aumenta i divari fra i ricchi da una parte e lavoratrici, lavoratori, giovani e pensionati dall’altra producendo un impoverimento di massa e sempre maggiore incertezza nella vita delle persone.

Fra i provvedimenti più odiosi:
    •    Pensioni. Non saranno più adeguate alla crescita dell’inflazione le pensioni sopra i 
900 euro lordi; passaggio immediato al sistema contributivo pro-rata per tutti con abbattimento secco dell’importo per chi è in prossimità della pensione; uscita dal lavoro per le donne dai 62 ai 70 anni, per gli uomini dai 66, nel 2018 uguale per tutti; pensione di anzianità con 42 anni di contributi e riduzione dei rendimenti.
    •    Ici/Imu. La tassa sulla prima casa viene reintrodotta per tutti e cambia nome perché servirà per pagare il debito e non andrà più ai comuni per i servizi.
    •    Iva. Sale di 2 punti, aumentando così il costo dei beni di consumo.
    •    Solo briciole sui lussi ma non c’è nulla che assomigli a una patrimoniale o a una 
tassazione delle rendite finanziarie. 
Questa manovra rende sempre più precarie le condizioni e il reddito da lavoro e non produce quella necessaria discontinuità con le scelte del Governo Berlusconi di cancellare diritti e Stato sociale. 
Non è così che si fa equità, non è così che si progetta un diverso modello sostenibile per la vita e per l’ambiente! 
È necessario:
    •    Rimettere in discussione provvedimenti che allargano l’ingiustizia sociale.
    •    Cancellare l’articolo 8 della finanziaria del Governo precedente che annulla 
contratti nazionali e leggi attraverso le deroghe, compreso l’articolo 18 dello Statuto 
dei lavoratori sui licenziamenti discriminatori.
    •    Difendere il lavoro e l’occupazione e mettere in campo una nuova politica 
industriale di qualità, anche attraverso l’intervento pubblico.
    •    Respingere le scelte della Fiat di uscita dal Contratto nazionale, resa oggi 
ancora più grave dalla decisione, presa insieme ai sindacati firmatari degli accordi separati, di estendere l’accordo di Pomigliano a tutti gli 80.000 lavoratori del Gruppo, senza alcun mandato e mettendo in discussione le libertà sindacali in questo Paese.
    •    Difendere la Costituzione, le libertà sindacali e la democrazia, il diritto di sciopero, il diritto al lavoro e al Contratto nazionale di lavoro.
 

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