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Economia

Indetto sciopero dei benzinai il 25 e 26 gennaio: i motivi e le accuse al governo

I sindacati: "Il governo aumenta il prezzo dei carburanti e scarica la responsabilità sui gestori"

I gestori delle stazioni di servizio che aderiscono alle sigle Faib-Confesercenti, Fegica (Federazione italiana gestori carburanti e affini) e Figisc-Confcommercio hanno indetto uno sciopero dalle 19 del 24 gennaio alle 7 del 27 gennaio 2023 (per un totale di 61 ore), per protestare contro la "ondata di fango" rivolta a "una categoria di onesti lavoratori". I sindacati fanno riferimento alle accuse di speculazione da parte del governo (con tanto di controlli della Finanza); un'accusa di fatto menzognera, dato che l'aumento è dovuto alla decisione dell'esecutivo Meloni di non rinnovare lo sconto sulle accise deciso da quello del suo predecessore, Mario Draghi. Lo sconto ammontava a 18,3 centesimi, mentre l'attuale aumento è inferiore ai 18 centesimi: nessuna speculazione, dunque.

"Il governo - si legge nella nota delle tre organizzazioni - aumenta il prezzo dei carburanti e scarica la responsabilità sui gestori che diventano i destinatari di insulti ed improperi degli automobilisti esasperati. E' stata avviata contro la categoria una campagna mediatica vergognosa. Quindi è stato dichiarato lo stato di agitazione su tutta la rete e lo sciopero contro il comportamento del governo. Si preannuncia un presidio sotto Montecitorio. Vengono beatificati i trafficanti di illegalità che operano in evasione fiscale e contributiva e che sottraggono all'erario oltre 13 miliardi di euro l'anno. Per porre fine a questa "ondata di fango" contro una categoria di onesti lavoratori e cercare di ristabilire la verità, le associazioni dei gestori, unitariamente, hanno assunto la decisione di proclamare lo stato di agitazione della categoria, su tutta la rete; di avviare una campagna di controinformazione sugli impianti e proclamare, per le giornate del 25 e 26 gennaio 2023, una prima azione di sciopero, con presidio sotto Montecitorio. L'impressione che la categoria ha tratto da questa vicenda è quella di un esecutivo a caccia di risorse per coprire le proprie responsabilità politiche, senza avere neppure il coraggio di mettere la faccia sulle scelte operate e ben sapendo che l'Agenzia delle Dogane, il Mimit, e l'Agenzia delle Entrate hanno, già oggi, la conoscenza e la disponibilità di dati sul movimento, sui prezzi dei carburanti e sull'affidabilità delle comunicazioni giornaliere rese dalla categoria. E' un imbroglio mediatico al quale le organizzazioni di categoria intendono dare risposte con la mobilitazione dei gestori".

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