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Autostrade: via agli aumenti dei pedaggi, ma i gestori vogliono di più

Nel 2013 l'aumento medio dei pedaggi sarà del 3,91%, contro il 3,3% del 2011 e il 3,1% del 2012. Ma per i concessionari non basta: "A rischio i nostri investimenti"

Gli aumenti dei pedaggi autostradali già decisi non bastano: i concessionari protestano contro la decisione dei ministeri competenti di dare il via libera solo ad una parte dei rincari richiesti, sottolineano che gli investimenti sono a rischio e minacciano anche azioni legali.

Dal primo gennaio dunque sono scattati gli aumenti dei pedaggi sulle autostrade che graveranno in media sulle tasche degli automobilisti per il 3,91%. Congelati i rincari però su quattro tratte di concessionarie controllate dal gruppo Gavio, tra le quali la Brescia-Padova, assieme alla Milano-Torino, alla Torino-Piacenza e alla Tirrenica.

Una decisione "incomprensibile" per l'Aiscat che denuncia "la scarsa attenzione sia nei confronti del mercato sia degli investitori, dimostrata anche dal fatto che l'Esecutivo ha atteso l'ultimo giorno utile". E allora le concessionarie autostradali per le quali gli aumenti sono stati bloccati, e alcune delle quali quotate, "valuteranno eventuali azioni legali a loro tutela".

L'Aiscat fa presente che la decisione del governo non è coerente con l'impegno assunto dalle società a fare investimenti per 40 miliardi di euro. Gli adeguamenti tariffari risultano diversificati per tratte, in quanto strettamente correlati agli investimenti realizzati dalle singole concessionarie.

Tali investimenti, nel solo 2011, secondo gli ultimi dati ministeriali disponibili - mette in risalto l'associazione dei concessionari - sono stati pari ad oltre 2,2 miliardi di euro, superando quanto previsto dagli stessi piani finanziari, con un incremento di oltre il 10% rispetto all'anno precedente.

"A fronte dell'impegno profuso da parte dell'intero comparto autostradale anche nel 2012 - lamenta l'Aiscat - risulta del tutto incomprensibile l'azione del governo, in forza della quale é stato sospeso per alcune concessionarie ogni adeguamento tariffario, ovvero è stato riconosciuto solo un parziale adeguamento, pur in presenza di rilevanti investimenti già realizzati. In particolare il metodo dell'ultimo giorno non appare assolutamente in linea con l'importanza derivante da dispositivi di questo genere".

Le società ricordano che c'é già un impegno a realizzare investimenti per circa 40 miliardi di euro. "Investimenti il cui finanziamento è da considerarsi ora a rischio se viene meno la certezza regolatoria, con pesanti conseguenze - avverte l'Aiscat - per il sistema autostradale e per il sistema Paese".




 

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