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Cosa succede ai prezzi di benzina e diesel con la guerra tra Russia e Ucraina

L'Ue dipende da Mosca non solo per le importazioni di gas naturale, ma anche per quelle di petrolio greggio. Il costo dei barili è già schizzato verso l'alto

L'Europa non dipende dalla Russia solo per le importazioni di gas naturale, ma anche per quelle di petrolio. Non sorprende dunque che il precipitare della crisi e l'invasione russa ai danni dell'Ucraina abbia fatto schizzare le quotazioni internazionali di benzina e gasolio, salite in un solo giorno dell'equivalente di cinque centesimi al litro. La giornata di giovedì è stata caratterizzata da violentissime fluttuazioni dei prezzi sui mercati internazionali: il petrolio europeo (brent) ha sfondato quota 105 dollari al barile, ai massimi dal 2014, con un aumento dell'8% in un giorno e del 13% in una settimana, mentre oggi si attesta poco sopra i 100 dollari.

La dipendenza dal petrolio russo

Ma ulteriori scossoni sono attesi nei prossimi giorni. "Il mercato si aspetta un massiccio inasprimento dell'offerta" ha affermato Carsten Fritsch, analista di Commerzbank. Oltre che di gas, la Russia è infatti uno dei principali produttori al mondo di petrolio e qualora le forniture dovessero interrompersi, avverte l'analista, "gli altri paesi produttori potrebbero compensare solo in misura limitata".

Anche il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha toccato l'argomento nel suo discorso alla nazione dopo l'invasione ordinata da Putin. "Ci stiamo coordinando con i principali paesi produttori e consumatori di petrolio e gas per il nostro comune interesse di garantire l'approvvigionamento energetico globale" ha detto l'inquilino della Casa Bianca. "Stiamo lavorando attivamente con i paesi di tutto il mondo per aumentare il rilascio collettivo dalle riserve di petrolio strategiche per i principali paesi consumatori di energia. E gli Stati Uniti - ha aggiunto Biden - rilasceranno ulteriori barili di petrolio quando le condizioni lo giustificheranno".

Le sanzioni che l'Ue si appresta a varare non mettono per ora in pericolo gli approvigionamenti dei paesi europei che dunque continueranno a comprare gas e petrolio russi. Ma a che prezzo? E fino a quando?  

Secondo l'Eurostat nel 2019 il 26,9% del petrolio greggio importato dagli Stati Ue proveniva proprio da Mosca che è ancora oggi il nostro principale fornitore. La Russia è una potenza economica relativamente piccola (ha un Pil inferiore a quello italiano nonostante una popolazione di circa 145 milioni di abitanti), ma ha un'importanza cruciale nella fornitura di materie prime. Per questo l'Occidente si guarda bene dall'escludere la Russia dal sistema di pagamenti internazionale Swift, una misura che andrebbe a colpire le esportazioni russe, comprese quelle di petrolio e gas, ma potrebbe avere effetti devastanti anche sui paesi che comminano le sanzioni.

Importazioni petrolio greggio Ue-2

Nello scenario peggiore benzina e diesel "verso i 2,5-3 euro al litro"

Siamo dunque in un cul-de-sac. Che cosa può accadere in un contesto di così grande incertezza? Secondo Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia, nello scenario peggiore, cioè quella di un'interruzione delle forniture per volontà dell'Occidente o della stessa Russia, i prezzi di benzina e gasolio potrebbero schizzare "verso 2,50 - 3 euro al litro, precipitandoci quindi in una situazione simile a quella dei primi anni 70".

L'intenzione dell'Unione europea come detto è quella di non arrivare ad un embargo energetico, ma vista e considerata l'aggressività della Russia - determinata a riconquistare la sua area d'influenza nell'est Europa - tutto può accadere. Così come non è da escludere che lo stesso Putin decida uno stop alle forniture come reazione alle sanzioni, anche se ciò significherebbe mettere in seria difficoltà l'economia russa. 

In ogni caso la crisi aperta da Mosca sta già facendo impennare il prezzo del greggio. Per questo nei prossimi giorni è lecito aspettarsi nuovi rincari di cui del resto stiamo vediamo le avvisaglie. Stando alla consueta rilevazione di Staffetta Quotidiana, Q8 ha aumentato di tre centesimi al litro i prezzi di benzina e gasolio, mentre il rialzo per Tamoil è stato di un centesimo al litro. E potrebbe essere solo un antipasto. Certo è che sul versante dei carburanti gli automobilisti già scontano aumenti record. Come fa notare Assoutenti un litro di benzina costa il 21,9% in più rispetto lo scorso anno, mentre il gasolio vola al 23,9%. A conti fatti un pieno costa in media 16,6 euro in più rispetto al 2021, con un aggravio dispesa di circa 400 euro a famiglia.

Fonte: Today.it

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