L'azienda infatti avrebbe acquistato o venduto grandi quantità di materiale, ma solo per finta: il sistema infatti si reggeva su un complicato intreccio di società cartiere, anche in Emilia Romagna, il cui unico “mestiere” sarebbe stato appunto quello di produrre fatture false.

Documenti contraffatti, intercettati dalla Guardia di Finanza, che avrebbero permesso (e in pochi mesi) all'azienda di Pontevico di fatturare soldi con fatture inesistenti per circa 2 milioni e 700mila euro, con evasione dell'Iva vicina ai 220mila euro.

L'imprenditore rischia grosso: se il reato di falsa fatturazione fosse confermato, il 79enne rischia dai 6 mesi ai 2 anni di reclusione in caso di fattura falsa del valore inferiore ai 155mila euro. In caso contrario, la sanzione penale potrebbe prevedere un periodo di reclusione che va dai 18 mesi ai 6 anni.