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Economia

Pensioni, per Quota 100 l'ipotesi di una mini-proroga: cosa cambia nel 2022

La riforma, secondo il "sole 24 Ore", potrebbe restare in vigore fino ai primi mesi del 2022. In alternativa potrebbe prendere vita l'ipotesi Quota 102

La scadenza della riforma Quota 100, approvata dal governo “Conte I”, è fissata per la fine del 2021. Al momento però il dibattito tra le parti sociali è in alto mare, anche a seguito della difficile situazione generata dalla pandemia in corso. Ne deriva che i futuri pensionati non sanno ancora se e a quali condizioni potranno lasciare il lavoro a partire dal 2022. I prossimi mesi saranno decisivi e ci si attende una risposta concreta da parte del nuovo Governo. Ma non si esclude un colpo di scena dell'ultimo minuto.

Pensioni, mini-proroga per Quota 100?

A riportare l’indiscrezione è “Il Sole 24 ore”, che scrive: “Con il trascorrere del tempo, comincia a circolare con sempre più insistenza l’ipotesi di una mini-proroga [di Quota 100], almeno fino ai primi mesi del 2022”. Finora sia il Pd che Italia Viva si sono sempre spesi affinché la riforma venga superata, ma a quanto pare anche la possibilità di una proroga, benché per un breve periodo, è sul tavolo. Anche questa strada però è tutta in salita. Se dal punto di vista “politico” rinnovare “Quota 100” permetterebbe alla maggioranza di avere più tempo per far decollare il cantiere della nuova riforma, dall’altro l’Ue non sarebbe affatto felice di vedere di nuovo dilatati i tempi per arrivare ad una gestione più oculata della spesa previdenziale. “Anche perché - spiega ancora il quotidiano di Confindustria - la Commissione Ue, che ha nel mirino ‘Quota 100’ fin dal suo concepimento così come lo stop fino al 2026 dell’adeguamento automatico all’aspettativa di vita dei trattamenti anticipati, considera di fatto il ritorno al solco della riforma Fornero come una delle condizioni implicite per gestire in autonomia i 209 miliardi di aiuti europei”.

Cosa prevede l'ipotesi Quota 102

Insomma, Quota 100 resta nel mirino di Bruxelles. In realtà a conti fatti la riforma si è rivelata meno costosa del previsto a causa, o per merito, del numero tutto sommato contenuto di domande accolte. Ma non è detto che la Commissione europea accetti una nuova dilazione. Resta ovviamente in piedi la possibilità che “Quota 100” venga sostituita da una riforma con un impianto analogo, ma meno costosa. Prima della pandemia si era parlato con insistenza di “Quota 102”, partendo da un minimo di 64 anni d'età e 38 di contributi con l’adozione del metodo di calcolo contributivo sugli anni mancanti al raggiungimento della soglia di vecchiaia dei 67. In tal caso per chi sceglie di andare in pensione prima scatterebbe una penalizzazione pari secondo le stime al 2,8-3% per ogni anno d’anticipo.  

La riforma delle pensioni, secondo questo schema, mira a un intervento dagli oneri decisamente inferiori agli stanziamenti previsti a suo tempo dal “Conte 1”. Sono però solo ipotesi, in attesa che la discussione sulla riforma prenda corpo ed entri nel vivo.

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