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Economia

Così ritornerà la zona gialla, con coprifuoco alle 24 e ristoranti aperti a cena

Si inizia a pensare alle possibili riaperture per inizio maggio. Ma, nel ritorno a una "nuovo normalità", non scordiamoci degli ospedali

Brescia e l'Italia intera sognano un graduale ritorno alla normalità, con bar e ristoranti aperti (anche a cena), cinema e teatri di nuovo attivi. Dopo la scorsa estate, si sono susseguiti mesi di divieti, 'rimbalzi' tra zone gialle e zone rosse, giorni di lockdown mascherato. É dunque giusto iniziare a pensare a una "nuova normalità", anche perché in due settimane scadrà il decreto del governo Draghi che ha cancellato le zone gialle.

uando può tornare la zona gialla, con locali aperti a cena e coprifuoco alle La Lombardia, che da lunedì 12 aprile è tornata in zona arancione, aspetta e continua a guardare a Roma, sperando di poter rimettere in moto la propria economia, anche attraverso bar, ristoranti, cinema e teatri. 

Come racconta Today.it, a Palazzo Chigi si continua a ribadire la linea dettata dal premier Mario Draghi: le prossime settimane saranno quelle in cui si parlerà di riaperture e non di chiusure. Ed "essenziali" per ogni decisione saranno i dati e l'andamento della campagna vaccinale. Quel che è certo è che quando si deciderà di riaprire ci saranno interventi selettivi e graduali. Per questo si è cominciato a lavorare sui protocolli di sicurezza dei vari settori, a partire dal mondo della cultura e della ristorazione. 

Quando può tornare la zona gialla

Il Comitato tecnico scientifico ha iniziato dalle richieste di musei, cinema, teatri e spettacoli dal vivo, che vogliono tornare a lavorare e puntano ad un ampliamento della capienza finora consentita da 200 persone a 400 al chiuso e da 400 a mille all'aperto. L'altro settore è quello della ristorazione: nelle prossime ore la Fipe vedrà il ministro Giancarlo Giorgetti per sottoporgli il protocollo già presentato a gennaio che prevedeva ristoranti aperti anche la sera nelle zone gialle e a pranzo in quelle arancioni, con prenotazione obbligatoria. Linea che difficilmente passerà il vaglio del Cts anche se l'obiettivo di tutti è di far ripartire almeno i locali che hanno spazi all'aperto e che si trovano in zona gialla, per poi proseguire con il resto. Più avanti si discuterà invece della riapertura delle palestre, solo per le lezioni individuali.

Il nodo resta la data, con la solita divisione in seno all'esecutivo tra rigoristi e aperturisti. I primi spingono per maggio, i secondi già per il 20 aprile. In questa ottica, spiega ancora Today.it, lo scenario che potrebbe portare alla svolta è quello che vede l'indice di contagio Rt a 0,8 e la prima dose di vaccino al 75% degli over 70. Se davvero si riuscisse a centrare entrambi gli obiettivi entro il tempo dato, allora a maggio - e forse anche già a partire dal 20 aprile - sarebbero due le ipotesi in campo: 

  • la prima ipotesi è quella di aspettare maggio per ripristinare la zona gialla in tutta Italia valutando poi successivamente la possibilità di portare il coprifuoco a mezzanotte e programmare la riapertura anche a cena dei ristoranti;
  • la seconda ipotesi prevede l'anticipo di una settimana per le riaperture, ma a condizione che anche l'incidenza dei casi settimanali ogni centomila abitanti cali in modo significativo.
  • Come possono riaprire i ristoranti 

Il futuro è inevitabilmente legato all'andamento dell'epidemia, che sembra stia arretrando, ma intanto il premier Mario Draghi ha investito il Cts della missione di cominciare a scrivere i protocolli per le riaperture di bar e ristoranti e degli altri settori con regole meno rigide per permettere alle categorie di tornare a lavorare.

Per i ristoranti e i bar si pensa di introdurre la prenotazione obbligatoria per i clienti insieme all'obbligo di privilegiare gli spazi all'aperto. Bisognerà distanziare i tavoli in modo da assicurare la distanza di almeno un metro tra i clienti. Secondo le indiscrezioni la distanza potrà essere ridotta soltanto se il locale avrà approntato barriere fisiche tra i tavoli, mentre resterà in vigore la regola delle 4 persone salvo che non siano tutti conviventi. Per il personale ci sarà l'obbligo di mascherina e si dovrà favorire il pagamento elettronico direttamente al tavolo. I clienti potranno mangiare senza, ma per muoversi all'interno del locale dovranno avere la mascherina. 


Una nuova normalità sembra dunque possibile o, quantomeno, saremo comunque obbligati a pensarla. Ma senza abbassare la guardia e, soprattutto, senza fare gli errori della scorsa estate. È vero che, con la campagna vaccinale, l'età dei malati covid  tenderà a scendere col passare delle settimane, ma i pazienti che verranno ricoverati resteranno in ospedale per più tempo: "Calerà fortunatamente il tasso di mortalità, ma servirà più tempo per curarli. E quindi ancora una volta saremo obbligati a ritardare controlli e operazioni non legate al Covid - spiega l'epidemiologo dell'Università di Ginevra, Didier Pittet, a RSI News -. Controlli ad esempio per i pazienti oncologici o di altre malattie gravi, vittime indirette se si vuole, spesso dimenticate, della pandemia". Le riaperture non siano sinonimo di egoismo, dunque. Anche gli ospedali hanno bisogno di un ritorno alla normalità.

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