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Economia

GlassUp: un fisico bresciano nella risposta italiana a Google

Ad un anno dall'uscita 'mondiale' dei Google Glass si rilanciano sul mercato anche i GlassUp, la risposta italiana agli occhiali interattivi made in USA. Tra i progettisti anche un fisico bresciano, Gianluigi Tregnaghi

Una tecnologia forse nemmeno immaginabile fino a qualche decina d’anni fa. Occhiali interattivi, quasi un’estensione dell’occhio umano: roba da fantascienza, insomma. I più celebri, ovviamente, i Google Glass: gli occhiali di marca americana che lavorano ad una “realtà aumentata”, e permettono a chi li indossa di registrare video, scattare fotografie, fare ricerche su internet, controllare la temperatura, collegarsi a Facebook.

Ma oltre a Google c’è di più. C’è anche una storia tutta italiana, la storia dei Glass Up. Occhiali 2.0 e dunque interattivi, meno ‘invadenti’ dei ‘concorrenti’ di marca Google e decisamente meno costosi: non un’interfaccia autonoma ma un collegamento diretto al proprio smartphone con un sistema bluetooth.

Tra i progettisti, e i fondatori della start up che ora se la gioca sul mercato con i suoi occhiali da 300 euro, anche un bresciano, il fisico Gianluigi Tregnaghi. Parte integrante di un’idea innovativa perché diversa, e non il solito copia e incolla: rispetto ai Glass di Google infatti, i GlassUp si configurano come un’estensione del cellulare che di solito portiamo in tasca.

Il modo migliore per trasferire le funzionalità del telefono multiuso anche a portata di occhio, interagendo con la voce, oppure con un battito di ciglia. La sfida è lanciata: fantascientifica, ma maledettamente reale.

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