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Economia

Festival del Lavoro di Brescia: «In azienda le donne possono fare la differenza»

«Ragionare per stereotipi e costringere le donne a scegliere fra lavoro e figli rischia di pesare sulla ripresa», così Linda Gilli, presidente di Inaz, spiega il ruolo che le aziende devono avere nei confronti delle dipendenti e delle esigenze delle loro famiglie

«Le donne possono fare la differenza in azienda: devono rendersene conto gli imprenditori italiani che cercano di tenere duro di fronte alla crisi». Dal Festival del Lavoro di Brescia Linda Gilli, presidente di Inaz, una delle più importanti società italiane nel settore della gestione del personale, lancia un messaggio al mondo del business.

«Sono convinta che i nostri dipendenti e collaboratori siano la nostra ricchezza e che l'imprenditore che opera tenendo a mente il loro benessere aiuta anche il business a crescere. Mettere i dipendenti nelle condizioni di lavorare meglio, venendo incontro anche alle loro esigenze personali e familiari, dove è possibile, significa avere persone più motivate e serene, assieme a un ambiente di lavoro meno stressante e più produttivo. Gestire bene il personale vuol dire saper cogliere tutta "l'energia umana" della propria azienda, cosa di cui in questo momento c'è un enorme bisogno. Pensare al tema famiglia-lavoro in termini di aut-aut, o l'una o l'altro, è un errore che pagano sia le imprese, che buttano via competenze e professionalità, sia le donne, che non dovrebbero rinunciare a far valere i propri diritti e a considerare il successo professionale come una parte importante del loro percorso personale».

L'intervento di Linda Gilli si inserisce nella tavola rotonda intitolata Il lavoro nobilita l'uomo... e la donna - L'economia delle donne oltre la crisi: o i figli o il lavoro?

Mettere insieme due aspetti fondamentali della vita dell'individuo, il lavoro e la famiglia, è uno sforzo che devono fare sia le aziende, sia i lavoratori stessi, uomini e donne: «Non possiamo più permetterci - spiega ancora Gilli - di ragionare per stereotipi che mortificano sia le donne sia gli uomini, sprecando risorse e competenze preziose». Per un padre prendersi un congedo parentale può essere una straordinaria occasione di crescita, che ha effetti positivi anche in azienda. Le donne invece devono essere le prime a capire che investire su se stesse e sulla propria carriera, anche quando hanno dei figli piccoli, è una scelta che ripaga sul piano personale, professionale e, se si guarda al medio-lungo periodo, anche economico. «Per i genitori la nascita di un figlio comporta sempre uno sforzo economico, ma anche l'azienda deve impegnarsi per sostenere i collaboratori che stanno costruendo la propria famiglia - conclude Gilli -. Se questo avviene, alla lunga si tratterà di un vero e proprio accordo win-win, in cui guadagnano la famiglia, l'impresa e la società».

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