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Economia

L'onda della guerra sul Bresciano: si fermano le prime fabbriche

Impennata dei prezzi dell'energia mentre scarseggiano le materie prime

L'onda della guerra sul costo dell'energia e sull'approvvigionamento delle materie prime: per questi motivi a Brescia ma come in tutta Italia il settore della siderurgia è costretto a uno stop forzato. A macchia, qua e là in diverse fabbriche della penisola, purtroppo inevitabile a fronte dell'aumento dei costi, insostenibili. In particolare dell'energia, che ha raggiunto picchi da record: e il rischio di una chiusura “obbligata” era stato anticipato solo pochi giorni fa dagli industriali bresciani.

Gli stabilimenti chiusi nel Bresciano

Come riporta Siderweb, il portale dedicato alla “informazione siderurgica”, nella nostra provincia Ori Martin fermerà la produzione probabilmente fino a venerdì: annunciato qualche giorno di chiusura anche per Duferco Travi e Profilati. Solo qualche turno di stop per Alfa Acciai, che starebbe valutando la situazione in queste ore. La stessa strategia potrebbe essere adottata dal gruppo Feralpi. Nessuna indicazione, per ora, da parte del gruppo Arvedi.

Cosa succede nel resto d'Italia

Succede anche nel resto d'Italia. Il gruppo Pittini (Friuli Venezia Giulia) continua a non produrre: confermato uno stop produttivo di due giorni per Accaierie Venete (Padova), e chiusura programmata dal 9 all'11 marzo per Afv Beltrame (Vicenza). Tutto dipenderà dal costo dell'energia e dalla disponibilità di materie prime. Per quanto riguarda l'energia, il Pun (Prezzo unico nazionale dell'energia elettrica) al 7 marzo è salito a oltre quota 587 euro al MWh: è quasi quattro volte più alto che nello stesso periodo di un anno fa, circa dieci volte in più del 2020.

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