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Economia

Chi sono i 19 milioni di evasori fiscali e cosa farà in concreto l'Agenzia delle Entrate

Cosa succederà, in concreto: controlli più efficaci e più mirati dopo lo stop Covid

L'evasione fiscale in Italia è ovunque. I numeri sono inaccettabili per un Paese civile. "Sono 19 milioni le persone che hanno debiti con il fisco. Le abbiamo individuate, ma a chi conviene metterle tutte in cella?" E' la domanda che pone all'opinione pubblica Ernesto Maria Ruffini, direttore dell'Agenzia delle Entrate. "Le tasse sono uno strumento per avere uno stato democratico. Pagare le tasse non fa piacere a nessuno e farle pagare fa ancora meno piacere, ma -ha detto Ruffini in un'intervista a La Stampa - è la cartina di tornasole dell'inciviltà di un Paese perché si fanno pagare le tasse ad esempio per retribuire gli stipendi ai medici che ci salvano la vita. Lo Stato ha dovuto tagliare la spesa sanitaria perché non ci sono abbastanza risorse. Eppure, negli ultimi 20 anni, abbiamo un patrimonio di soldi non pagati di mille e cento miliardi. La scorciatoia è non rendersi conto che si sta segando il ramo su cui si è seduti. Dobbiamo essere consapevoli delle nostre scelte, invece si fa finta di nulla, negli anni con la complicità della politica", avverte.

19 milioni di evasori fiscali

Che fare dunque? Mandiamo tutti in carcere? "La pena detentiva per chi non paga le tasse non mi ha mai convinto", ragiona Ruffini. "Preferiamo mettere in carcere l'evasore così poi fallisce l'attività o farlo lavorare finché non ripaga la collettività? Sono 19 milioni gli italiani che hanno cartelle esattoriali aperte, 16 milioni di persone fisiche e 3 milioni di società, ditte, partite iva. Li abbiamo individuati, il problema è la riscossione, non identificare gli evasori. Il mio sistema ideale è che i cittadini sappiano che chi non paga viene intercettato e deve per forza versare quanto non ha dato. Se così fosse, chi sarebbe così autolesionista da evadere?". Quanto alla riforma fiscale in discussione, "è una delega, aspettiamo di vedere la norma delegata per esprimere un giudizio. La cosa a cui tengo di più - evidenzia Ruffini - è la semplificazione delle norme. Prima bisogna fare ordine, poi si può vedere quali regole si possono cambiare. Altrimenti si fa altra confusione. Faccio un esempio: non si può ristrutturare casa senza prima svuotarla". Come sta andando quest' anno con la dichiarazione dei redditi precompilata? "Non ho i dati aggiornati, ma va bene. Ogni anno abbiamo sorprese di come i cittadini acquisiscano familiarità con questo strumento".

Controlli più efficaci e più mirati dopo lo stop Covid

L’insieme di tutti i debiti da riscuotere (non solo tasse ma anche a multe stradali ed altre partite) supera i 1.000 miliardi di euro. Realisticamente ne possono essere recuperate alcune decine. La strade ci sono, il direttore dell’Agenzia delle Entrate ha ribadito che "c’è in programma l’attuazione degli istituti della rateizzazione, c’è il completamento della rottamazione in corso". La macchina fiscale "è tornata alla normalità, siamo pienamente operativi perché il legislatore così ci ha chiesto di essere. Abbiamo sospeso la nostra attività nel 2020 e 2021, c’è stato detto di ricominciare, abbiamo rimodulato l’attività in modo non improvviso, dividendo nel 2022 il pregresso, abbiamo decine di milioni di atti e stiamo procedendo".  E le cose dovrebbero migliorare a breve. I controlli fiscali con l'intelligenza artificiale sono più vicini. Manca solo il via libera, l'ultimo, del garante privacy alla pseudo-anonimizzazione dei dati da parte dell'Agenzia delle entrate per il via libera a una nuova generazione di verifiche fiscali partendo da liste selettive meglio definite. E' uno degli step indicati dalla presidenza del consiglio dei ministri nel documento di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) approvato pochi giorni fa in consiglio dei ministri.

La Guardia di finanza potrà a breve accedere ai dati finanziari dei contribuenti. L'archivio di rapporti finanziari, la banca dati delle Entrate con le informazioni sui saldi dei conti correnti, dei conti depositi, cassette di sicurezze e via dicendo potrà essere consultato in chiave anti-evasione attraverso il nuovo algoritmo. Inoltre i nuovi controlli con l'algoritmo conterranno la specifica sul rischio fiscale identificato e applicato. Sono queste alcune delle novità del decreto inviato al garante privacy per il via libera definitivo sui controlli fiscali con l'anonimetro, una serie di incroci di banche dati e analisi di rischio di ultima generazione. I dati da cui sia l'Agenzia sia le Fiamme Gialle pescheranno, per i controlli ad alta efficacia, sono quelli legati a dati personali comuni, contenuti nelle banche dati, relativi all'identità anagrafica ed alla capacità economica, tra cui dati riguardanti le dichiarazioni fiscali, il patrimonio mobiliare e immobiliare, dati contabili e finanziari, dati dei pagamenti, dei versamenti e delle compensazioni, ma anche i dati di profilazione relativi agli eventuali indicatori di rischio desunti o derivati attribuiti ai soggetti. La maggiore profilazione nei controlli fiscali è una delle strategie indicate dall'amministrazione finanziaria per un maggior recupero nella lotta all'evasione. Agenzia e Guardia di finanza trattano esclusivamente i dati personali indispensabili ed effettuano le operazioni di trattamento strettamente necessarie al raggiungimento delle finalità di accertamento per il contrasto all'evasione.  L'algoritmo sarà molto più preciso che in passato.

Fonte: Today.

Il dato dei 19 milioni di evasori, pur non essendo una novità, sta facendo discutere. "Fonte agenzia entrate: in Italia ci sono 19 milioni di evasori. A pagare sono sempre lavoratori e pensionati con salari e pensioni da fame. Non è da Paese civile. Sabato 18 giugno in piazza a Roma". Così su Facebook il Segretario generale della Cgil Calabria, Angelo Sposato. "Secondo il Direttore dell'Agenzia delle Entrate, Ruffini, in Italia ci sono 19 milioni di evasori fiscali. Posto che siamo 59 milioni e che non tutti sono contribuenti del fisco, credo che un tale dato meriti un approfondimento. Perché o c'è dietro un qualche motivo che spieghi tale dato abnorme, oppure la percentuale di disonestà fiscale è lo specchio della mancanza di volontà di questo paese di cambiare", commenta il senatore Nicola Morra.

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