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Riassetto Edison: salta l'incontro tra Romani e Proglio

Il motivo è un problema d'agenda tra ministro e manager francese. Ma il rinvio offre anche un po' di tempo in più ad A2A e agli altri soci italiani, ancora divisi, per trovare una posizione comune sulle trattative con Edf

Slitta l'incontro tra il ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani, e il presidente di Edf, Henri Proglio, per affrontare il riassetto di Edison. L'incontro, in agenda per venerdì, è stato rinviato a all'inizio della prossima settimana, al più tardi a martedì. All'origine dello slittamento c'é la necessità di allineare le agende del ministro e del manager francese. Ma il rinvio offre anche un po' di tempo in più ad A2A e agli altri soci italiani, ancora divisi al loro interno, per trovare una posizione comune con cui riavviare le trattative con Edf.

Una prima occasione per ricompattarsi arriverà domani, quando sono in programma i consigli di gestione e di sorveglianza di A2A, a cui seguiranno il direttivo e il cda di Delmi, la holding dei soci italiani di Foro Buonaparte. Nel corso dei consigli di A2A, il presidente del consiglio di gestione, Giuliano Zuccoli, e il direttore generale, Renato Ravanelli, illustreranno, assieme all'advisor Mediobanca, le diverse opzioni industriali e finanziarie sul tavolo. Oltre alla rivisitazione della bozza di accordo di marzo, fermato dal ministro dell'Economia Giulio Tremonti perché troppo sbilanciato a favore dei francesi (che si sarebbero presi tutta Edison e gli asset termoelettrici della controllata Edipower), ha preso corpo nelle ultime settimane il cosiddetto 'Lodo Zuccoli', cioé il progetto di mantenere in mani italiane tutta Edipower con le sue nove centrali.

Del piano, sponsorizzato da Zuccoli e da Romani, non sono ancora noti i dettagli, se non un generico interessamento di Acea a partecipare alla cordata italiana. Ma nelle sue linee generali il progetto si scontra con i problemi di indebitamento delle utility coinvolte e non scalda né Iren né buona parte di A2A: contrario il Comune di Brescia, azionista della società, così come Ravanelli, negoziatore dell'accordo di marzo, e il presidente del consiglio di sorveglianza, Graziano Tarantini. Quanto al comune di Milano, ha assunto una posizione più defilata e attende di conoscere le decisioni di domani. Tra le ipotesi che circolano c'é anche quella di una 'mediazione' di Ravanelli, che sarebbe al lavoro per proporre una sorta di Lodo Zuccoli 'annacquato', con la rinuncia a qualche centrale. Come uscirne? Domani le proposte che verranno discusse dal consiglio di gestione di A2A arriveranno alla sorveglianza che ha il compito di esprimere l'indirizzo da seguire nelle trattative: fino ad ora il consiglio, presieduto da Tarantini, ha chiesto un miglioramento degli accordi di marzo.

E non è escluso che domani la riunione possa chiudersi senza una deliberazione formale, lasciando un po' di tempo ai consiglieri per analizzare la situazione e non precludendosi alcuna strada. Intanto Mediobanca, uno dei soci finanziari di Delmi, ha svalutato il suo 6% nella holding, portandolo da 106 a 90 milioni di euro. "A seconda dei risultati dei negoziati che ha a sua volta Delmi decideremo" se fare ulteriori svalutazioni, ha detto l'amministratore delegato, Alberto Nagel, ma "é difficile dirlo, perché ci sono diverse ipotesi".

(ANSA)

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