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Martedì, 16 Aprile 2024
Economia

Edison: l'Opa porta Edf al 98%, pronto l'addio alla borsa

Edf sale al 98,1% del capitale del gruppo e si prepara a togliere dal listino milanese la società quotata in borsa

Si chiude con un boom di adesioni l'opa di Edf su Edison. Il colosso transalpino sale così dall'80,6% al 98,1% del capitale del gruppo di Foro Buonaparte e si prepara a togliere dal listino milanese la società quotata in borsa dal 1979 quando ancora si chiamava Selm e raggruppava gli impianti elettrici di Montedison.

L'opa interessava il 19,36% del capitale non ancora in possesso dei francesi, saliti dal 50 all'80% del gruppo dopo il divorzio con i soci italiani che ha attribuito a Delmi ed A2A le nove centrali di Edipower. Le adesioni hanno raggiunto il 90,2% delle azioni oggetto dell'offerta, pari al 17,46% del capitale, per un esborso di 805 milioni di euro che saliranno a 892 milioni con il ritiro dell'1,9% del capitale che non ha accettato l'offerta dei francesi.

Di questi 25 milioni verranno pagati da Delmi, come deciso in occasione della revisione al rialzo del prezzo dell'opa da 0,84 a 0,89 euro. Tra gli aderenti anche la Carlo Tassara di Romain Zaleski che, dopo aver contrastato con esposti alla Consob e ricorsi al Tar il riassetto di Edison e il prezzo dell'opa, ha conferito il suo 10% incassando 458 milioni e una minusvalenza di circa 315 milioni.

Un sacrificio probabilmente già scontato nel bilancio 2011 della holding, chiuso con un rosso di 396 milioni di euro dopo la probabile svalutazione della quota.

La cessione in perdita di Edison renderà più difficile per la finanziaria riuscire a rimborsare i 3 miliardi di debiti nei confronti del sistema bancario anche perché il portafoglio di titoli quotati, costituito principalmente partecipazioni nelle banche che negli anni hanno finanziato il raider francese, sconta minusvalenze implicite per diverse centinaia di milioni. Intesa con 1,4 miliardi di crediti e Unicredit con 1,1 miliardi sono gli istituti più esposti.

L'ascesa di Edf al 98% del capitale di Edison apre ora due strade ai francesi, entrambe destinate al delisting della società: lo squeeze-out, cioé l'acquisto forzoso dell'1,9% non conferito all'opa, o il sell-out, cioé la vecchia opa residuale al termine della quale i soci che non dovessero aderire resteranno azionisti privati. Nel caso in cui Edf seguisse questa seconda strada (una decisione è attesa lunedì), l'offerta si svolgerà tra agosto e settembre.

L'addio di Edison da Piazza Affari non dovrebbe però essere definitivo: il numero uno di Edf, Henri Proglio, ha già detto che in futuro intende riportare la nuova Edison francese, cioé la 'gas company' di Edf, in Borsa così da recuperare risorse per gli investimenti del gruppo.

Il successo dell'opa non è infatti troppo gradito a Edf che, avendo già ben saldo il controllo del gruppo, sperava in una adesione bassa che riducesse al minimo l'esborso.

Alla fine, visti anche i chiari di luna della borsa, il prezzo offerto dai francesi è stato accettato da quasi tutti incluso chi, come l'A.d. della Carlo Tassara e consigliere di Edison, Mario Cocchi, aveva contrastato in ogni sede l'opa. Per il ragioniere di Niardo, che ha conferito il suo pacchetto personale di 1,33 milioni di azioni, l'incasso è stato di 1,18 milioni.
 

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