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A2A: Milano dice addio al lodo Zuccoli

Il Comune di Milano, azionista di A2A con il 27,5%, ha bocciato il piano per rilevare Edipower e le sue 9 centrali, già sgradito al Comune di Brescia, l'altro azionista forte della multiutility

"Il Lodo Zuccoli non c'é, finalmente hanno determinato che non sta in piedi" ha detto Bruno Tabacci, assessore al Bilancio di Milano con responsabilità sulle società partecipate, sottolineando che a questo punto l'impegno, nella partita per il riassetto di Edison con i francesi di Edf, sarà rivolto a migliorare il piano di marzo, che prevedeva lo spacchettamento di Edipower e un'opzione put a favore di A2A e degli altri soci italiani, riuniti in Delmi, sulla loro quota nel gruppo elettrico.

"Se possiamo migliorarlo attraverso un rapporto costruttivo e anche duro con i francesi è meglio", ha aggiunto. "Non è più tempo di giocare partite singole", ha commentato Roberto Bazzano, presidente di Iren, unico gruppo presente insieme ad A2A sia nell'azionariato Delmi (15%) sia in quello di Edipower (10%) con un impegno di circa mezzo miliardo di euro. "Crediamo che una soluzione condivisa tra i soci italiani sia l'unico modo per fornire al ministro dello Sviluppo Economico basi solide per l'impostazione dei rapporti con Edf", ha detto Bazzano. Dopo aver 'scaricato' il presidente del consiglio di gestione di A2A, Giuliano Zuccoli, che a quel 'lodo' aveva lavorato su impulso del Governo, Tabacci non risparmia parole dure neppure all'esecutivo: "Doveva garantire l'italianità di Edison ed Edipower e ha garantito solo la confusione". Il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, aveva bloccato a marzo l'intesa raggiunta tra i soci italiani e francesi di Foro Buonaparte imponendo una proroga di sei mesi ai patti.

A metà settembre, dopo un semestre senza novità sostanziali, il ministro dello Sviluppo Economico, Paolo Romani, ha chiesto un'altra proroga di un mese e mezzo nel tentativo di predisporre un piano per mantenere in mani italiane almeno Edipower. "Che cosa vien fuori dal piano Romani? Ha prodotto zero", conclude Tabacci. Con i due azionisti principali schierati contro un piano che non è riuscito a decollare, ai consigli di A2A che si riuniranno martedì e mercoledì prossimo non resta che prendere atto che l'unica base di trattativa resta il piano di marzo. Restano da capire le mosse del governo, che tanto ha fatto contro i francesi e che, nella persona del ministro dello Sviluppo Paolo Romani, la prossima settimana incontrerà Edf per illustrargli la posizione del governo e di Delmi.

(ANSA)

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