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Economia

Costi energia alle stelle, l'allarme degli industriali: "Così rischiamo di chiudere"

La preoccupazione degli industriali anche bresciani

Il Prezzo unico nazionale dell'energia elettrica, noto come Pun, è salito fino a 362,73 euro al MWh e 165 euro al MWh per il gas: questo anche a seguito dei recenti sviluppi della crisi russo-ucraina. E l'impennata dei costi fa preoccupare gli industriali bresciani. “Siamo consapevoli – dice Franco Gussalli Beretta, presidente di Confindustria Brescia – della drammaticità della situazione che stiamo vivendo. Purtroppo, però, le conseguenze non sono solo di tipo umanitario: con gli attuali costi dell'energia, legati alla guerra in Ucraina, è a rischio la produzione del nostro Paese, e di conseguenza numerosi posti di lavoro”.

Il Pun, dice ancora Beretta, “ha toccato livelli mai raggiunti prima: il problema è che, rispetto alle precedenti tensioni energetiche, siamo entrati in una fase nuova, legata a un conflitto e quindi dagli sviluppi ancor meno prevedibili. Per questo motivo è necessario adottare alternative in grado di guardare oltre alla fase emergenziale e di costruire un nuovo modello energetico nazionale e comunitario”.

Le proposte di Confindustria

Per il presidente degli industriali bresciani dunque “diventa fondamentale aumentare drasticamente nei prossimi anni la quota di gas naturale liquido via mare, diversificandone al massimo i Paesi di provenienza, e con impianti offshore di arrivo. Va inoltre potenziata la quota strutturale di energia da rinnovabili riservata alle imprese, auspicando una sburocratizzazione per valorizzare tale processo. In più, serve arrivare a un forte aumento dell'estrazione delle riserve nazionali di gas che superi il limite di 2 miliardi di metri cubi annui attualmente definiti dal Governo”. 

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