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Coronavirus, disastro economico alle porte: in Italia sono migliaia i nuovi poveri

Raddoppiato il numero di italiani che per la prima volta si rivolgono ai centri di ascolto e ai servizi delle Caritas. In tutto il mondo, secondo le proiezioni del World Food Programme, il numero di persone sull'orlo della fame è destinato a raggiungere quota 230 milioni

L’emergenza economica dopo quella sanitaria. Il Coronavirus non ha solo fatto schizzare i tassi di mortalità di tutte le nazioni colpite, ma ha aumentato vertiginosamente il numero delle persone sull’orlo della fame. Una fisiologica conseguenza del lungo lockdown deciso in Europa, negli Stati Uniti, in Cina e in Giappone. Il Covid-19 da una parte ha mandato in tilt i sistemi sanitari nazionali, dall'altra ha paralizzato l'economia globale che è ora fortemente compromessa. 

Secondo le proiezioni del World Food Programme in tutto il Mondo il numero di persone sull’orlo della fame è destinato a raddoppiare a causa delle conseguenze economiche legate alla pandemia e potrebbe raggiungere quota 230 milioni di persone.

Una grave crisi umanitaria le cui conseguenze potrebbero essere disastrose. Tanto che la confederazione cattolica Caritas Internationalis esorta la comunità internazionale ad intraprendere azioni coraggiose e immediate. L’attenzione finora si è concentrata sulle strategie di contenimento del virus, adesso però occorre una presa di coscienza sulle conseguenze che la pandemia sta avendo sulle comunità maggiormente vulnerabili che vivono nei Paesi più poveri.

Molti Paesi sull’orlo della crisi alimentare 

Molti Paesi del Medio Oriente, dell'America Latina e dell'Asia sono già sull'orlo di una grave crisi alimentare che sta comportando un importante aumento della malnutrizione infantile e del numero di adulti che soffrono la fame. Ma è l'Africa è il continente maggiormente colpito a causa della mancanza di cibo - come conseguenza diretta del lockdown posto in essere in diversi Paesi - nonché di una varietà di disastri naturali quali inondazioni, siccità, invasione di locuste, raccolti scarsi.

"Siamo consapevoli di essere davanti a un'emergenza atipica in cui i Paesi che normalmente sono tra i maggiori donatori sono i più colpiti dal virus - spiega il segretario generale della Caritas Internationalis, Aloysius John -. Ma dobbiamo essere coscienti che l’utilizzo degli aiuti internazionali per rispondere ai bisogni nazionali non rappresenta la giusta soluzione". Caritas Internationalis esorta pertanto la comunità internazionale a: sospendere le sanzioni economiche contro la Libia, l'Iran, il Venezuela e la Siria al fine di consentire l'importazione di medicinali, di attrezzature mediche e di beni di prima necessità per la popolazione. Ma anche a garantire l'accesso a servizi essenziali per gli sfollati interni e i rifugiati, compreso l'accesso ai campi profughi e per sfollati interni. "Non si potrà fermare questa nuova grave crisi umanitaria, se non verranno intraprese azioni coraggiose per sostenere le comunità più vulnerabili".

Raddoppiano i nuovi poveri in Italia 

Anche in Italia aumenta la povertà, lo si intuisce analizzando le richieste dei buoni spesa ai singoli Comuni - che aumentano di giorno in giorno - ma anche i dati diffusi dalla Caritas. Un monitoraggio su 101 centri diocesani di Caritas Italiana certifica il raddoppio delle persone che per la prima volta si rivolgono ai Centri di ascolto e ai servizi delle Caritas rispetto al periodo di pre-emergenza. I’nuovi poveri', cioè coloro che richiedono per la prima volta beni di prima necessità e cibo, ma anche che non riescono a pagare le bollette delle utenze domestiche così come gli affitti, sono 38.580. La Caritas rileva anche un aumento del “bisogno di ascolto, sostegno psicologico, di compagnia e di orientamento per le pratiche burocratiche legate alle misure di sostegno e di lavoro”.

Fonte: Today.it
 

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