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Economia Montichiari

La “tempesta perfetta” del mais italiano al centro del convegno di Condifesa Lombardia Nord-Est

Il mais italiano è travolto da una tempesta perfetta causata da un lato dalla crisi congiunturale, legata in parte al conflitto russo-ucraino

Il mais italiano è travolto da una tempesta perfetta causata da un lato dalla crisi congiunturale, legata in parte al conflitto russo-ucraino, dall’altro da una situazione di crisi strutturale che da oltre dieci anni sta causando una riduzione delle superfici coltivate. Da qui la necessità di studiare nuove strategie agronomiche per affrontare il futuro. Questo l’obbiettivo al centro della decima edizione del convegno “Agricoltura Conservativa – Dalla teoria alla pratica”, organizzato da Condifesa Lombardia Nord-Est al Centro Fiera del Garda di Montichiari per parlare di “prospettive ed innovazioni per le prossime campagne di semina del mais”.

“Siamo reduci da un anno di grandissime criticità – ha esordito il presidente Condifesa Giacomo Lussignoli -. La guerra ha avuto riflessi importanti sul nostro mondo con una dinamica di forte speculazione sulle materie prime e carenza dei prodotti agricoli che hanno messo in allarme tutti gli attori della filiera. Ma soprattutto abbiamo sperimentato una crisi idrica e climatica di portata storica, che ha costretto gli agricoltori ad una gestione di emergenza per salvare il possibile, ma anche a rinunciare in molti casi alle semine. Questo ha messo a nudo le fragilità del sistema, che portano alla riduzione dell’efficienza e della spinta produttiva a tutti i i livelli. Soprattutto sul mais, capofila della filiera agrozootecnica che è asse principale del nostro comparto. Per questo dobbiamo mettere in campo tutta la nostra esperienza ma soprattutto anche l’innovazione;: l’esperienza di “Mais Domani”, progetto articolato con Informatore Agrario e Università di Torino, consente di sperimentare sulle nuove tecnologie per capire potenzialità e rischi dell’innovazione a livello aziendale. Non si può migliorare ciò che non si può misurare: serve presenza in campo per capire e tastare con mano gli sviluppi sul territorio e dare agli agricoltori strumenti per decidere. Perchè, per esempio, avrebbe mai pensato che l’irrigazione a goccia sul mais nessuno sarebbe stata applicabile, quando la risorsa acqua non sembrava un problema?”.

La d.ssa Elena Zini ha portato i saluti dell’assessore regionale all’agricoltura Fabio Rolfi rimarcando “l’importanza dell’innovazione sostenuta con diversi progetti finanziati da Regione Lombardia, che vedono coinvolto anche il Condifesa”. Mentre Mauro Belloli, vicedirettore di Coldiretti Brescia, ha evidenziato come nel quadro attuale sia impossibile prescindere dalle problematiche geopolitiche e climatiche.

“Il boom dei costi di produzione ha vanificato in buona parte l’aumento delle quotazioni alla fonte. Ma soprattutto a pesare è stata la siccità, che sembra essersi accanita su nord Italia e Brescia in particolare rimettendo al centro il tema della corretta gestione del fattore acqua, che sarà sempre più importante e decisivo per il futuro. Ma non possiamo dimenticare lo spauracchio della nuova Pac: da quel che si intuisce al momento dovrà emergere ancora di più la capacità imprenditoriale di inquadrare le richieste del mercato mettendo sul piatto della bilancia impegni e vantaggi”.

Da Marco Acutis, dell’Università degli Studi di Milano, una disamina sui possibili miglioramenti dell’efficienza produttiva per i sistemi maidicoli, “che presentano indubbie debolezze, dalla ridotta resilienza post-crisi agli scarsi servizi ecosistemici ma anche un’innovazione continua che rappresenta una grande opportunità, specie di fronte ad un climate change divenuto una minaccia di proporzioni drammatiche. Su questo fronte il 2022 è stato un fuoriscala sensazionale di valori, mai verificatosi prima a questi livelli di gravità, e i climatologi ci dicono che purtroppo non sarà un caso isolato. Fondamentale a questo punto studiare l’adattabilità della coltura sia sul fronte dei momenti di semina che su quello della scelta degli ibridi”.

Da Francesco Morari, Università degli Studi di Padova, l’illustrazione di alcuni esperimenti in pieno campo sull’applicazione a rateo variabile degli effluenti zootecnici e del digestato, una grande risorsa se sfruttata in modo corretto, mentre il protagonista della seconda parte della mattinata è stato il progetto Mais Domani, con i risultati del primo anno di sperimentazione. Suddivisa in cinque isole tematiche, l’iniziativa punta ad individuare fin dall’inizio le possibili innovazioni per rendere la coltura del mais più sostenibile sia dal punto di vista ambientale che da quello economico. Lorenza Michelon, responsabile del Servizio Tecnico Condifesa Lombardia Nord-Est ha illustrato la ricerca effettuata grazie alla collaborazione dell’azienda di Angelo Visini a Comezzano Cizzago, realtà zootecnica con bovini da carne con il mais come prima coltura seguita da soia e frumento. A tirare le fila della sperimentazione Massimo Blandino dell’Università di Torino. “Innovare per recuperare produttività e redditività è l’obbiettivo di Mais Domani – ha detto -. La nuova Pac porterà tutti gli agricoltori a fare i conti con il futuro: complessivamente la prospettiva è di una riduzione del sostegno del 30%. Il tutto mentre i prezzi aumentano più dei costi di produzione. Siamo quindi in uno scenario interessante sul fronte della redditività, ma solo laddove l’agricoltura valorizza l’attività produttiva investendo in innovazione per rendere il sistema colturale più efficiente senza ridurre la produttività, e con grande attenzione a obbiettivi sanitari, qualitativi e ambientali. Perchè anche la sostenibilità può essere un’opportunità”.

Condifesa Montichiari 2022 platea

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