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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

Gussago: 3° centro commerciale contro la sovranità dei cittadini

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di BresciaToday

A Gussago è in costruzione ormai da qualche mese il terzo centro commerciale-residenziale SENZA il preventivo consenso al progetto da parte dei cittadini.

Nel Consiglio comunale dell'8 luglio la maggioranza della lista civica "Gussago Insieme" e del Sindaco Prof. Bruno Marchina approvava la costruzione del suddetto centro residenziale-commerciale nell'area Caporalino (6000 metri cubi di cemento) con l'aumento della media struttura di vendita da 800 metri cubi a oltre 2100 (leggasi arrivo della grande distribuzione).

Se a Gussago lo Statuto comunale avesse recepito gli istituti della democrazia diretta (come avviene in Svizzera, Paese dalla plurisecolare tradizione democratica) , i cittadini avrebbero deciso se confermare o meno la scelta del Sindaco e della sua maggioranza; invece oggi i cittadini che intendono esprimere il loro dissenso non hanno nessuno strumento per farlo, se non quello di sfogare la loro rabbia sui muri adiacenti al cantiere con una bomboletta spray o aspettare pazientemente le prossime elezioni comunali tra tre anni.

Pro Lombardia Indipendenza durante le elezioni comunali nel 2012 aveva proposto di inserire nello Statuto comunale forme di democrazia diretta e anche successivamente all'insediamento del nuovo Consiglio comunale aveva contattato tutti i gruppi politici eletti con l'intento di concordare un progetto condiviso per la riforma dello Statuto, ma nessun partito (neppure il Movimento 5 Stelle che aveva fatto della democrazia diretta una sua bandiera) decise di aderire.

Risultato? I nostri cari Sindaci potranno continuare a sacrificare il nostro territorio in base a logiche molto lontane dalla tutela ambientale e sociale!

È lecito domandarsi cosa intende esattamente pro Lombardia Indipendenza quando parla di democrazia diretta e che tipo di cambiamento produrrebbero in concreto questi istituti nella vita della nostra comunità: eccoli.

    •    Referendum deliberativo (senza quorum) : con la raccolta di un numero adeguato di firme a sostegno della propria proposta, i cittadini potrebbero votare per una delibera comunale senza passare dagli esponenti eletti in Consiglio comunale. Se la maggioranza dei votanti approvasse il testo referendario, la delibera entrerebbe in vigore e il Sindaco sarebbe obbligato a promulgarla.
    •    Referendum confermativo (senza quorum) : alcune decisioni che un Sindaco e una Giunta comunale devono prendere sono troppo importanti per non far intervenire la popolazione in merito, come la costruzione di un centro commerciale, di un centro sportivo o di una centrale energetica (come è accaduto nella vicina Rodengo Saiano). Proponiamo che in automatico, dopo un permesso per la costruzione di determinate infrastrutture, venga indetto un referendum per chiedere ai cittadini se intendono confermare o no l'azione del Sindaco. Se il referendum bocciasse la delibera comunale, questa sarebbe automaticamente cancellata.
    •    Difensore civico: è una figura nata per difendere gratuitamente i cittadini che ritengono di aver subito un torto dalla pubblica amministrazione. Lo stato italiano ha abolito questa figura a livello comunale, ma potrebbe essere istituita a livello sovra-comunale, ad esempio da tutti i Comuni della Franciacorta.
    •    Revoca degli eletti: attualmente i cittadini votando conferiscono una delega in bianco ai propri rappresentanti. Coloro che in campagna elettorale promettevano tutela dell'ambiente e del territorio, una volta eletti, potrebbero al contrario compiere scelte politico-amministrative nella direzione opposta, ad esempio favorendo la cementificazione o lo sviluppo abnorme della grande distribuzione. In questo caso, se i cittadini ritenessero violati i patti elettorali tra elettori ed eletti potrebbero, tramite referendum, revocare il mandato a Sindaco e Giunta prima della scadenza naturale delle loro cariche.

Facile intuire perché queste proposte sono state e sono sistematicamente boicottate dai politici di professione e dai partiti, anche a Gussago: la democrazia diretta restituirebbe la sovranità (il potere di decidere) ai suoi legittimi proprietari, i cittadini, e limiterebbe l'autoreferenzialità degli eletti:

    •    il Sindaco, la Giunta e il Consiglio comunale non godrebbero più di cariche elettive sostanzialmente senza vincolo di mandato, ma sarebbero sottoposti al controllo e al giudizio costanti dei cittadini; i nostri rappresentanti non potrebbero più esercitare il potere in modo arbitrario e non sarebbero più corruttibili dai poteri forti economici e dalle lobbies (come quella del mattone!) perché sarebbero costantemente sotto il controllo attivo della cittadinanza;
    •    i cittadini diventerebbero pienamente consapevoli dei propri diritti, si abituerebbero a deliberare su problemi circoscritti e concreti (al di fuori delle sterili contrapposizioni ideologiche) e sarebbero naturalmente spinti ad occuparsi direttamente della cosa pubblica e del bene della propria comunità.

Deludente il Sindaco Prof. Bruno Marchina che, essendo a capo di una lista civica, avrebbe potuto valutare le nostre proposte in modo pragmatico e senza il veto scontato della segreteria politica di un partito tradizionale: invece, il Sindaco ha preferito, in una lettera ufficiale, nero su bianco, sconfessare l'iniziale attenzione che aveva dimostrato e criticare "forme di assemblearismo sganciate da quorum e soglie minime" contrarie all'esigenza della "governabilità".

Pazienza se i quorum sono previsti ormai solo nelle legislazioni degli Stati dell'ex blocco sovietico, pazienza se i cittadini hanno la maturità per votare sempre (e non solo ogni cinque anni per scegliere il nuovo Sindaco) : quello che interessa a partiti e "liste civiche" è che il manovratore non venga disturbato!
Alla faccia della sovranità che appartiene ai cittadini!

Dario Pederzani
pro Lombardia Indipendenza
www.prolombardia.eu

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