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Giovedì, 28 Marzo 2024
Economia Capriano del Colle

Arriva il primo "Capriano del Colle Doc" certificato biologico

Lazzari è il primo produttore della più piccola piccola Doc bresciana a tagliare il traguardo nella certificazione biologica, frutto di anni di attenzione al territorio.

Anche il Capriano del Colle, la minuscola Doc raccolta sul Monte Netto a sud della città (200mila bottiglie l’anno) ha virato sul biologico e può finalmente esibire bottiglie con il bollino europeo della foglia verde. Dei complessivi 50 ettari di vigneti Doc sono ben 34 quelli già convertiti al biologico o attualmente in conversione, le cantine che hanno intrapreso questa strada sono solo tre. La novità è che finalmente sono entrate in commercio le prime bottiglie di Capriano del Colle Bio. 

A tagliare il traguardo per prima è la cantina Lazzari, con sede nel Comune che cede il nome alla Doc, con il "Fausto" 2016 (Capriano del Colle Doc bianco) e il "Berzamì" 2016 (Capriano del Colle Doc marzemino). A questi seguiranno nei prossimi anni tutte le altre etichette prodotte per arrivare a 40 mila bottiglie, l'intera produzione di Lazzari. Con gli altri due pionieri si arriverà presto a 130 mila bottiglie bio della zona.

Due parole sui vini. "Fausto" è un premiatissimo bianco con prevalente Turbiana (cioè Trebbiano di Lugana). "Berzamì" è la 100% Marzemino, non uno qualsiasi, ma quello bresciano decritto da Agostino Gallo e recuperato da Lazzari grazie al supporto dell'Università di Milano. Un pezzo di storia bresciana nel bicchiere. Quando si parla di biologico normalmente la gente pensa al bando della chimica e a tanto rame e zolfo. In realtà è una filosofia. 

Coltiviamo gli stessi appezzamenti da generazioni, amando questi suoli l’agricoltura biologica è da considerarsi moralmente obbligatoria”, dice infatti Davide Lazzari, che si occupa dell’azienda di Capriano del Colle con Giovanni, Dario e Giordano Lazzari (padre, zio e fratello). “Riuscire a rispettare sempre più la componente suolo e ripristinare la sua sostanza organica è ormai la nuova sfida del settore vitivinicolo. Per questo integriamo all’agricoltura biologica altre tecniche volte all’incentivazione della biodiversità microbica, al miglioramento della struttura dei suoli, alla riduzione dell’utilizzo di rame. Il nostro obiettivo e la nostra speranza è riuscire a legare sempre più i vini alle terre che coltiviamo”.

Lo conferma Angelo Divittini, agronomo ed enologo della cantina del Monte Netto “Fare Bio non vuol dire rispettare dei regolamenti bensì entrare in sintonia dei cicli vitali, studiarli, conoscerli e gestirli senza impattare sull’ambiente che ci circonda. Investire nel biologico significa capitalizzare e non sperperare risorse, conoscenza e saggezza”.

I Lazzari vedono il proprio futuro e quello della DOC Capriano del Colle sempre più verde, nonostante un’annata 2017 praticamente da dimenticare che ha visto i quasi 10 ettari di vigna aziendali produrre solo il 30% rispetto alle altre annate a causa della forte gelata di metà aprile e alla grandine di fine giugno. “Sebbene i problemi dell’annata 2017 ci abbiano parecchio scoraggiato, siamo riusciti a chiudere anche lo scorso anno con oltre il 6% di crescita e gestendo bene le nostre scorte riusciremo comunque a soddisfare gli amanti dei nostri vini, sperando in un 2018 migliore”.
La cantina Lazzari sarà presente a Vinitaly 2018, padiglione Lombardia/Palaexpo, stand D8.

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