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Caffaro Brescia, operai appesi a un filo: a rischio 54 posti di lavoro

Una sentenza del Tar potrebbe decidere del futuro di tutti i 54 operai della Caffaro Brescia, dal 2011 di proprietà del gruppo Chimica Fedeli

Licenziamento collettivo per tutti e 54 gli operai della Caffaro Brescia nel caso in cui il Tar non dovesse annullare la sospensione della produzione, ferma ormai da quasi un mese (dal 14 ottobre scorso) dopo la revoca dell'Autorizzazione integrata ambientale da parte della Provincia, a seguito delle analisi Arpa sulla presenza di cromo e mercurio, per cui è stata avviata anche un'indagine della Procura (e nel registro degli indagati c'è anche il Commissario straordinario per la bonifica del Sin Caffaro, il Sito di interesse comunitario).

Il sito produttivo e la barriera idraulica

Come riporta il Giornale di Brescia, è questa la comunicazione ufficiale dell'azienda Caffaro Brescia, controllata dal 2011 dal gruppo Chimica Fedeli: i 54 operai non lavorano solo alla produzione, nell'unica parte di stabilimento ancora aperta, ma si occupano anche della manutenzione e soprattutto della gestione della cosiddetta “barriera idraulica”, la “diga” di acqua (in tutto 108 miliardi di litri) che tiene lontani i veleni della Caffaro “storica” dalla falda acquifera cittadina.

Problema occupazionale e ambientale

Dunque il problema è duplice, come sottolineano i sindacati: non solo di tipo occupazionale, con 54 famiglie senza uno stipendio, ma anche di tipo ambientale, con il rischio che non ci sia più nessuno in grado di far funzionare la “barriera”.

La decisione del Tribunale amministrativo è attesa già nelle prossime ore. E' stata proprio l'azienda a fare ricorso al Tar, a seguito della revoca – come detto – dell'Autorizzazione integrata ambientale da parte della Provincia di Brescia. Revoca che ha implicato l'immediata interruzione della produzione.

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