Evasione fiscale e usura: 43 indagati, sequestri per 5 milioni
Emergono scenari inquietanti ai margini dell'inchiesta 'Principe': usura, estorsioni, evasione fiscale, società fittizia. In tutto sono 43 gli indagati tra Brescia e provincia, tra di loro anche commercialisti e funzionari
Sono addirittura 43 le persone iscritte al registro degli indagati nell’ambito dell’operazione ‘Principe’. Una rete intricata ma efficiente che dalla città avrebbe raggiunto l’ovest bresciano, un meccanismo ben oliato fatto di evasione fiscale, usura ed estorsioni. E che nel tempo avrebbe coinvolto anche funzionari e amministratori compiacenti.
Le accuse sono note, le richieste di condanna pure: da quattro mesi per i meno coinvolti fino a quasi sei anni per quelli che invece avrebbero coordinato l’organizzazione che la Procura non ha esitato nel definire “associazione per delinquere”. Anche alcuni nomi sono stati resi pubblici, riportati oggi dal Giornale di Brescia: Vladimiro Tiraboschi, 47enne bresciano di Erbusco, e con lui - come scrive ancora il Gdb - Arturo Luppino e Tony Zucca.
Poi il commercialista Maurizio Musso di Palazzolo, per cui l'accusa avrebbe chiesto quattro anni e otto mesi, avrebbe lavorato anche all’Agenzia delle Entrate, e quelli che sarebbero considerati i suoi “collaboratori”, Roberto Polese, Michelangelo Rodi e Paolo Tripodi. Oltre a loro pure un funzionario della Direzione Investigativa Antimafia – avrebbe avvisato alcuni indagati sull’inchiesta in corso – e la direttrice di un ufficio Posta Impresa di Brescia.
Questo a grandi linee il presunto modus operandi: società che non esistevano, sarebbero state tantissime, prestiti a tassi di usura, estorsioni, fatture false e operazioni inesistenti, frodi al fisco ed evasione dell’Iva. La ‘quota’ truffaldina non è sarebber ancora stata quantificata: i primi sequestri, operati da Guardia di Finanza e Carabinieri, ammonterebbero a circa 5 milioni di euro. Auto e immobili di lusso, pure una villa in Costa Azzurra.
