Il progetto nei dettagli. Sicuramente il Musil, il Museo dell'Industria e del Lavoro che dovrebbe sorgere negli spazi dell'ex Tempini. Poi, i nuovi comparti: 6 distretti produttivi completamente interconnessi tra loro, e “supportati” da un po' di residenziale. Ma che vista la crisi, dovrebbe essere l'ultimo a partire.

La rinascita di quelli che oggi sono solo degli scheletri, l'archeologia industriale delle fabbriche di Via Stefana. Il distretto della gastronomia dovrebbe ospitare piccoli produttori e attività, negozi e locali, spazi dedicati allo street food, perfino un mercato coperto come nelle grandi città europee.

Il distretto artigianale dovrebbe svilupparsi invece intorno al Musil. Anche in questo caso laboratori, e una trentina di negozi in vendita o in affitto, tutto all'interno dell'ex laminatoio. A sud del Musil è prevista la realizzazione di una sorta di “polo dell'alta cucina”. E non è finita.