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Venerdì, 29 Marzo 2024
Economia

La crisi senza fine dell'acciaio bresciano: "Persi 350 posti di lavoro"

"La battaglia mondiale dell'acciaio" anche a Brescia: in meno di 100 persi 350 posti di lavoro (e solo nelle fabbriche più importanti), il 9% del totale. Ma il fatturato supera ancora i 4 miliardi e mezzo

“Con le elezioni americane è tornata di moda l'idea che possa bastare la politica per indirizzare l'economia. Ma non è così, e la siderurgia è una delle dimostrazioni più efficaci. Lo scriveva anche Arrigo Cervetto nel 1976: all'estensione mondiale della siderurgia corrisponde l'aumento del caos. Il consumo di acciaio, la merce delle merci, è determinato dallo sviluppo di tutti i settori mondiali. Ed è impossibile da pianificare”.

La crisi di ristrutturazione implica una concentrazione dei gruppi mondiali. Succederà anche a Brescia, anche se il gap è consistente: la somma della capacità produttiva di tutte le imprese bresciane equivale alla capacità produttiva della 31ma acciaieria più grande del mondo. La questione dei tempi, mai come oggi.

Torna d'attualità anche il fatidico interrogativo: che fare? “Il presupposto è uno solo – conclude Bonassi – e non è locale, o nazionale: bisogna alzare lo sguardo sul mondo, lavorare sull'unità d'intenti degli operai bresciani, europei e cinesi. Le battaglie protezionistiche o nazionalistiche non servono a nulla. Anzi, sono quelle che in certe epoche della storia hanno poi portato alle guerre mondiali”.

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