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Economia

Bonus di 100 euro in busta paga e taglio dell'Irpef: cosa succede nel 2022

Otto miliardi sono i fondi stanziati dalla legge di bilancio: tra gli obiettivi c'è la riduzione dell'irpef, mentre ancora da definire le risorse

La legge di bilancio stanzia un fondo di 8 miliardi di euro a decorrere dal 2022. Una manovra importante per la riduzione della pressione fiscale: "sui fattori produttivi" la riforma fiscale determina "un ammontare di risorse pari a 8.000 milioni di euro (otto miliardi, ndr) annui a decorrere dal 2022" che per le intenzioni del governo dovrebbero servire sia a ridurre l’Irpef che a "una revisione organica del sistema delle detrazioni per redditi da lavoro dipendente e del trattamento integrativo". Inoltre, la legge vuole intervenire sull’aliquota dell’imposta regionale sulle attività produttive, ovvero l’Irap. 

Come avverrà il taglio però è ancora da definire. Il documento approvato a fine giugno le commissioni finanze di Camera e Senato, però, indicava un obiettivo piuttosto chiaro nell'abbassamento "dell'aliquota media effettiva con particolare riferimento ai contribuenti nella fascia di reddito 28.000-55.000".

Sul tavolo si discute dunque del taglio dell’aliquota Irpef per i redditi medi con l’obiettivo di diminuire la distanza tra il terzo scaglione (ad oggi tassato al 38%) e il secondo (la cui aliquota è invece del 27%). Ma i giochi sono ancora aperti.  

Dal taglio dell'Irpef all'aumento del bonus in busta paga: le ipotesi

Sul tema l’esecutivo è apparso piuttosto cauto consapevole che viste le cifre in ballo è saggio evitare di alimentare false speranze. In ogni caso l’ultima parola sarà del parlamento. E dunque dei partiti. Da una simulazione di Consulenti del Lavoro e Fondazione Ungdcec è emerso che ridurre di due punti l’aliquota del 38% potrebbe un vantaggio annuo di 340 euro per chi ha un reddito di 45mila euro, mentre il beneficio salirebbe a 540 euro per chi ne guadagna 75 mila.

Sul tavolo però c’è anche la "revisione organica del sistema delle detrazioni per redditi da lavoro dipendente e del trattamento integrativo" ovvero del bonus di 100 euro in busta paga. Una delle opzioni è riassorbire il bonus nel sistema delle aliquote attuali nell’ottica di una semplificazione del sistema fiscale. Altra ipotesi emersa negli ultimi giorni è quella di alzare la soglia del beneficio da 100 a 120 euro, continuando a puntare dunque sulla formula del bonus.

Non solo. Anziché ridisegnare le aliquote Irpef per i redditi medi, il governo (sulla scorta di quanto deciso dai partiti) potrebbe decidere di aumentare la somma erogata tra i 28mila e 35mila e modificare allo stesso tempo il sistema di decalage che porta l'importo del bonus ad azzerarsi alla soglia dei 40mila. Sarebbe dunque una soluzione di compromesso che potrebbe accontentare sia i redditi medio-bassi che quelli medi. In tal modo si eviterebbe che ad avvantaggiarsi del taglio siano principalmente i redditi medio-alti (dai 40mila a salire). Al momento, beninteso, si tratta di semplici ipotesi. 

Ovviamente tutto dipenderà dall’uso che il parlamento vorrà fare delle risorse. Gilberto Pichetto Fratin, viceministro allo Sviluppo Economico, ha spiegato nei giorni scorsi che "un punto di equilibrio" potrebbe "stare a metà, 4 miliardi per le imprese (ovvero la riduzione dell’Irap, ndr) e 4 miliardi per i lavoratori. Su questo credo che nei prossimi giorni ci debba essere un confronto con i corpi intermedi dei datori di lavoro e dei sindacati". "L'obiettivo di Forza Italia - ha aggiunto - è di abolire completamente l'Irap e trasferirla su altre imposte a nostro parere indirette e non dirette". 

L’obiettivo del PD invece è di ridurre il cuneo fiscale: "Aiutare le famiglie e le aziende è la nostra priorità" ha dichiarato il leader dei dem Enrico Letta - "La nostra proposta è che siano messi sulla riduzione delle tasse sul lavoro, su chi lavora e chi dà lavoro". Ad oggi, la discussione è ancora aperta, sicuramente bisognerà valutare se le risorse saranno sufficienti per soddisfare tutti.

Fonte: Today

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