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Martedì, 23 Aprile 2024
Economia

Aviaria, 17 focolai e 250mila capi abbattuti: "È ora di sperimentare il vaccino"

Colpiti i comuni di Gottolengo, Isorella, Milzano, Pavone Mella, Pralboino e San Gervasio. Rolfi: dobbiamo prendere in considerazione l'ipotesi del vaccino.

Continua a destare preoccupazione l'aviaria nella Bassa bresciana. Dei 30 focolai registrati in Lombardia, ben 17 riguardano i comuni di Gottolengo, Isorella, Milzano, Pavone Mella, Pralboino e San Gervasio (dove sono stati già abbattuti 250mila capi). I numeri non sono paragonabili all'epidemia registrata tra il 2017 e il 2018, con gli allevatori che furono costretti ad abbattere un milione e mezzo di volatili e ad eliminare quasi due milioni di uova, ma la situazione va quotidianamente monitorata.

I grandi investimenti messi in atto dopo il precedente contagio fanno sì che il sistema regga, ma gli allevatori chiedono maggiore tutela. La provincia bresciana equivale ad un terzo della produzione di uova e pollame della Lombardia, per un fatturato annuo di 190 milioni di euro: il virus non è pericoloso per l’uomo e i prodotti sono sicuri, ma intorno all’argomento c’è disinformazione e i produttori sono preoccupati per un’eventuale fuga di consumatori proprio alla vigilia delle feste natalizie.

Fabio Rolfi, assessore regionale all’agricoltura, ha affrontato l’argomento ieri al Pirellino assieme ai rappresentanti di Coldiretti, Copagri, Confagricolutra e ai sindaci dei comuni toccati dall’epidemia. L'aviaria si ripropone ciclicamente, e per questo motivo Rolfi spinge affinchè inizi la sperimentazione del vaccino. Intanto, la Commissione politiche agricole della conferenza Stato-Regioni ha approvato la richiesta della Lombardia di rifinanziare il fondo avicolo nazionale.

Il virus, appartenente alla tipologia H5N1, sembra provenire dalla fauna selvatica: lo scorso settembre risultarono positivi degli esemplari di germano reale di fischione. La categoria più colpita è quella dei tacchini.

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