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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

A2A chiede un'altra settimana per decidere su Edipower

A2A chiede altro tempo su Edison. I consigli della multiutility, chiamati ad esaminare le opzioni sul riassetto di Foro Buonaparte, si sono infatti chiusi senza deliberazioni ma con l'impegno di decidere entro mercoledì prossimo

Altro tempo su Edison per poter decidere. E' quanto chiedono consiglieri di A2A, chiamati ad esaminare le diverse opzioni a disposizione sul riassetto di Foro Buonaparte, si sono infatti chiusi senza deliberazioni ma con l'impegno di decidere entro mercoledì prossimo, quando la sorveglianza tornerà a riunirsi. Sul tavolo ci sono due ipotesi: l'accordo di marzo negoziato dal direttore generale Renato Ravanelli (e fermato dal ministro Tremonti perché avrebbe consegnato Edison ai francesi di Edf) e il cosiddetto 'Lodo Zuccoli', il progetto che prevede il mantenimento in mani italiane di Edipower, la controllata di Foro Buonaparte che detiene 9 centrali, sponsorizzato sì dal governo ma indigesto a una fetta di A2A e poco gradito anche agli altri soci di Delmi, propensi a chiudere l'avventura in Edison.

Nel corso dei consigli, ha detto il vicepresidente della sorveglianza, Rosario Bifulco, "sono state presentate due ipotesi da Zuccoli e Ravanelli, e tali restano fino al 28 settembre, quando tornerà a riunirsi il consiglio di sorveglianza (mentre il 27 sarà il turno della gestione, ndr). I due scenari sono ben chiari. Approfondiamo e per il 28 decidiamo". I due piani potrebbero però convergere verso una 'terza via', una sorta di Lodo Zuccoli 'light', che riesca nella complessa impresa di accontentare i tanti protagonisti della partita: da un lato i Comuni azionisti di A2A, contrari (in particolare quello di Brescia) a nuovo debito e attenti al flusso di dividendi, e dunque scettici sull'ipotesi Edipower, progetto che non scalda neppure Iren e quella parte del management di A2a che aveva sostenuto l'accordo di marzo. Dall'altro il governo, interessato a difendere l'italianità di Edipower, e Zuccoli, impegnato con Intesa Sanpaolo nel mettere a punto un piano credibile per cogliere l'opportunità di fare di A2A un attore di primo piano nella produzione elettrica.

"Non è o bianco o nero, le ipotesi sono talmente complesse che sono possibili aggiustamenti e tarature", ha detto Zuccoli escludendo un'alternativa secca tra l'accordo di marzo e il piano Edipower. Quest'ultimo prevedrebbe la valorizzazione di Delmi, la holding dei soci italiani di Edison, per procurarsi le risorse necessarie a rilevare il 50% di Edipower, valutato 700 milioni (ma non con uno swap con Edf, escluso dai legali).

"Noi abbiamo a bilancio risorse mascherate come la partecipazione attraverso Delmi e Transalpina in Edison - ha detto Zuccoli -: A2A non deve essere vista solo dal punto di vista della posizione finanziaria netta ma anche dal punto di vista del patrimonio". Ma la difficile realizzazione del piano potrebbero suggerire di rinunciare a parte di Edipower. I prossimi giorni serviranno al management di A2A per mettere da parte le divergenze e trovare una sintesi che raccolga il sostegno degli azionisti, ottenga il placet del governo e non calpesti i diritti di Iren e degli altri soci di minoranza di Delmi (il cui cda è stati interlocutorio), per ora ai margini della trattativa. Quanto sarà da A2A e soci verrà poi valutata dal ministro dello Sviluppo Economico, Paolo Romani, mercoledì prossimo assieme al presidente di Edf, Henri Proglio.

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