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Economia

Edison: i comuni di Milano e Torino lanciano la Super-Edipower

Il primo potenziale ostacolo al progetto si trova a Brescia, Comune con cui Milano dovrà trovare un accordo sulla governance e la missione di A2A, prima della scadenza dei consigli in aprile

Entro mercoledì prossimo verranno siglati i contratti definitivi per il divorzio tra Edison e i soci italiani di Delmi. Ma i Comuni di Milano e Torino, azionisti rispettivamente di A2A e Iren, hanno già le idee chiare su che cosa fare di Edipower, la società di produzione elettrica (9 centrali e 7.600 megawatt di potenza) che le due multiutility, assieme agli altri soci di Delmi, otterranno in cambio della cessione della loro quota in Foro Buonaparte ai francesi di Edf.

L'idea di creare una SuperEdipower, cioé di conferire gli asset di produzione di energia di A2A e Iren all'interno dell'ex genco dell'Enel e di aprire la società, in cui potrebbero entrare uno o più soci finanziari, alle altre ex municipalizzate, come Hera e Acea, ha trovato il pieno sostegno dell'assessore al Bilancio di Milano, Bruno Tabacci, e del sindaco di Torino, Piero Fassino, assieme per un incontro su A2A a Milano.

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Si tratta di un "disegno che ha una sua logica" e che può "camminare con una certa rapidità", ha detto Tabacci. Edipower "può essere il secondo polo nazionale dell'energia elettrica e attorno a cui possiamo concentrare la capacità produttiva di A2A, Iren, Hera, Acea, Acegas" ha aggiunto Fassino. Che ha invitato a ragionare anche sulla possibilità di conferire nella SuperEdipower "la filiera ambientale" che include i termovalorizzatori creando così anche "il primo polo nazionale" nel settore dei rifiuti.

Obiettivo del progetto, per ora sulla carta, è anche di alleggerire i soci di Edipower, A2A (56%) e Iren (21%), del fardello di debiti (rispettivamente 3,9 e 2,67 miliardi) che si trascinano. Nella SuperEdipower potrebbero infatti entrare multiutility 'corte' nella produzione ma anche investitori finanziari come la Cdp. "E' opportuno coinvolgerla" ha detto Tabacci mentre per Fassino, che ha indicato come potenziali interessati anche F2i e le banche, "l'intervento di un socio finanziario potrebbe essere utile".

Una spinta al progetto potrebbe arrivare da Roma: "mi pare che l'impegno del governo e di Passera vada in questa direzione", ha ricordato Tabacci. La 'Grande Edipower' servirà anche a restituire redditività alle aziende: se si sgrava A2A dai debiti "l'anno prossimo potremmo anche pensare di tornare ai dividendi", ha detto Tabacci. L'assessore ha ricordato che l'anno scorso A2A ha pagato 83 milioni di dividendi a Brescia e Milano. "Per quest'anno il Comune di Brescia ne ha messi in bilancio 28 e Milano - ha anticipato - ne metterà zero per prudenza".

Piacerà il progetto al Centrodestra che governa la Leonessa? La scelta del nuovo management sarà decisiva per capirlo: "bisogna individuare il capoazienda" ha ribadito anche oggi Tabacci, molto scontento dell'attuale gestione.

Per ora Tabacci si limita a chiedere "consigli più snelli" (attualmente ci sono 23 consiglieri, Tabacci li vorrebbe più che dimezzati) e maggiore "sobrietà" sulle retribuzioni, (tra consiglieri e direttori generali, 19 milioni in tre anni). Nel frattempo prende quota per la reggenza della presidenza del consiglio di gestione, dopo le dimissioni di Giuliano Zuccoli, il nome dell'ad di Expo, Giuseppe Sala.

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