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Economia

A2A: pronti i candidati bresciani al Consiglio di Sorveglianza

Tra le new entry, Angelo Zanotto, esponente dell'Udc ed ex sindaco di Marone, l'ingegnere Alessandro Berdini, consigliere provinciale Pdl, e l'avvocato Andrea Mina

Brescia schiera i suoi candidati per il nuovo consiglio di sorveglianza di A2A. Il sindaco Adriano Paroli ha scelto per la vicepresidenza, Fausto Di Mezza, attuale assessore al Bilancio del Comune, Angelo Zanotto, esponente dell'Udc ed ex sindaco di Marone (Brescia), l'ingegnere Alessandro Berdini, consigliere provinciale Pdl, e l'avvocato Andrea Mina. Confermati Enrico Mattinzoli (presidente dell'Associazione Artigiani di Brescia e Provincia, che non dispiace alla Lega) in rappresentanza del mondo produttivo e Norberto Rosini, commercialista, revisore dei conti e consulente del Tribunale, in quota alla minoranza di Centrosinistra in consiglio Comunale.

Tra gli uscenti figura l'attuale presidente del consiglio di sorveglianza, Graziano Tarantini: a lui andrà con ogni probabilità la presidenza del consiglio di gestione, la cui scelta spetta a Brescia per il prossimo triennio. I sei nomi indicati da Brescia, che non candida nessuna donna, finiranno nella lista congiunta che dovrà essere depositata entro domani assieme al Comune di Milano, a cui spetta la scelta di altri sei candidati.

In pole position per la presidenza della sorveglianza, che verrà scelta da Milano, ci sarebbe, secondo gli ultimi rumor, un tecnico: l'economista e professore Pippo Ranci, primo presidente, dal 1996 al 2003, dell'Autorità per l'Energia. A sostegno della compatibilità della candidatura di Di Mezza, il Comune di Brescia ha raccolto un parere legale del notaio Piergaetano Marchetti. La scelta potrebbe infatti essere oggetto di contestazioni per la violazione dell'articolo 4, comma 21 del decreto legge 138 del 2011.

La norma vieta la nomina ad amministratori di società partecipate da enti locali di coloro che nei tre anni precedenti alla nomina hanno ricoperto cariche di amministratore negli enti locali che detengono quote delle società. Il parere di Marchetti escluderebbe l'incompatibilità assimilando di fatto il consiglio di sorveglianza a un collegio sindacale, organo di controllo e non di amministrazione.

(fonte: Ansa)

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