Lago di Garda: Sofia, la prima italiana incinta col virus Zika
La gravidanza in Brasile, il contagio e la terribile scoperta a poche settimane dal parto. Per Pietro, il piccolo mai nato, non c'è stato nulla da fare: è nato morto
«Sarebbe dovuto nascere il giorno dell'Immacolata, a Verona. Non ne ha avuto il tempo: Zika è stato più veloce». È la storia di Sofia, 26 anni, la prima vittima italiana del virus che terrorizza il Centro America. La tragedia è stata riportata sulle pagine di Repubblica.
Sofia fino a pochi mesi fa viveva in Brasile. Aveva lasciato l’Italia nel 2012 per studiare biologia all’università. In Sud America aveva trovato un compagno di vita e a marzo del 2015 era rimasta incinta. Poi una mattina di giugno si è svegliata con dolori e febbre altissima. «La mia ginecologa di Natal. Al telefono mi ha detto: "Stai tranquilla, dovrebbe essere il nuovo virus, si chiama Zika". Non avevo mai sentito quel nome in vita mia. Ma lei mi ha rassicurato: "Passa nel giro di qualche giorno, non devi fare nulla". Mi sono fidata».
Quando è rientrata in Italia per partorire la terribile scoperta: il feto non cresceva. Poi a settembre i medici si sono accorti che il cervello del piccolo era pieno di cisti. Il bimbo non avrebbe potuto vedere, sentire e nemmeno parlare.
«Sono stata indotta al parto il 15 ottobre, il suo cuore non batteva più. Ho solo queste impronte del piede e della mano che mi ricordano mio figlio. I suoi tessuti li ho donati ricerca: un mese più tardi mi hanno mandato risultati dell'autopsia. Nel suo cervello hanno trovato, per la prima volta in Europa, il virus Zika».