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Cronaca Lonato del Garda

Barista uccisa dal suo ex: il corpo ritrovato sotto una catasta di legna e rovi

Oggi l'autopsia per fare luce sulle modalità del brutale assassinio di Yana Malaiko

Abbandonato nelle campagne al confine tra Lonato e Castiglione delle Stiviere, sotto una catasta di legna e rovi. È lì che giaceva, da giorni, il corpo senza vita di Yana Malaiko, la 23enne barista di nazionalista ucraina uccisa - stando a quanto ricostruito dagli inquirenti - dall'ex fidanzato 34enne Dumitru Stratan.

Della giovane non si avevano più notizie dal 20 gennaio. Il tragico ritrovamento nel primo pomeriggio di mercoledì 1 febbraio nei pressi del vivaio Zanoni, poco lontano dalle Fornaci Romane. Carabinieri e volontari perlustrano la zona da settimane: alle ricerche ha sempre preso parte anche il padre della vittima che, nella mattinata di mercoledì, ha setacciato un'area poco distante dal luogo dove, alcune ore più tardi, i militari hanno trovato il cadavere della figlia.

Yana sarebbe stata uccisa in piena notte, tra il 19 e il 20 gennaio. La 23enne era in compagnia di un amico, forse il suo nuovo fidanzato, quando sarebbe stata contattata da Stratan perché il cane "stava male". I due si sarebbero visti nella casa che la ragazza condivideva con la sorella del presunto killer, nonché titolare del bar dove lavorava la giovane vittima. 

Secondo chi indaga proprio qui potrebbe essere stato perpetrato il delitto, al termine di una lite: il 34enne potrebbe aver utilizzato un coltello per uccidere la 23enne. Ma le modalità dell'omicidio sono ancora da ricostruire: informazioni utili potranno arrivare dagli esiti dell'esame autoptico che verrà eseguito nelle prossime ore.

ULTIMO AGGIORNAMENTO. L'autopsia verrà probabilmente eseguita sabato 4 febbraio. I Ris sono invece attesi a Castiglione la prossima settimana.

Stratan, in carcere con l’accusa di omicidio premeditato e occultamento di cadavere, non ha avrebbe mai collaborato con i magistrati e non avrebbe mai rivelato il luogo dove aveva occultato il cadavere della ex. Incastrato dalle telecamere e dalla testimonianza della sorella, era stato arrestato il 21 gennaio scorso. Stando a quanto ricostruito da chi indaga, il 34enne avrebbe messo fuori uso le telecamere interne dell'appartamento prima che la povera Yana arrivasse. Ma sarebbe stato ripreso da quelle poste all'esterno proprio mentre caricava nel baule della sua auto un grosso sacco nero e poi da quelle comunali mentre girava per il paese. Non solo: avrebbe pure inviato alcuni messaggi con il cellulare della povera Yana, per fare in modo che la credessero ancora in vita. 

Un modus operandi che ricorda quello di Davide Fontana, in carcere per il brutale omicidio di Carol Maltesi: per oltre 70 giorni aveva fatto di tutto per far credere che la 26enne - il cui cadavere orribilmente mutilato era stato trovato in un dirupo a Paline di Borno - fosse ancora viva.  

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