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Cronaca San Felice del Benaco / Via Carmine, 33

«Su la testa!» Don Andrea Gallo, un prete angelicamente anarchico

A San Felice del Benaco il terzo incontro 'Fai la cosa giusta' con lo show dissacrante del prete di strada e di marciapiede Don Andrea Gallo. Tra Antonio Gramsci e Fernanda Pivano, due ore che si chiudono con una standing ovation

“C’è qualche parroco in sala? No? Beh.. non sanno cosa si perdono!”. Un esordio più che scoppiettante quello dell’ospite d’onore del terzo appuntamento del ciclo d’incontri ‘Fai la cosa giusta’, organizzato da Viva Valtenesi in collaborazione con l’Associazione Scordium. Don Andrea Gallo, il prete di strada e di marciapiede che si batte contro le ingiustizie e contro i pregiudizi, contro i potenti e contro l’inaccettabile status quo, si scatena per più di due ore in uno show che riempie la sala, tanto che molta gente è costretta a stare fuori dall’Auditorium del Santuario del Carmine di San Felice del Benaco, pieno fino all’inverosimile.

“Purtroppo in Valtenesi non ci sono spazi adeguati per accogliere persone della caratura morale di Don Gallo”, ammoniscono dall’associazione. Ma la serata è un successo completo, un piccolo grande spettacolo creativo in cui il prete anarchico si permette di citare i grandi della storia italiana e internazionale, da Antonio Gramsci a Fernanda Pivano, da Don Milani a Martin Luther King, con una dedica speciale (con anticipazione) al suo grande amico e compagno Fabrizio De Andrè, l’autore di quelle “canzoni che vengono dal cielo, canzoni e poesie che si ispirano agli ultimi, canzoni antifasciste e anticapitaliste, con una gran spruzzata di anarchia”.

“Su la testa!” Don Andrea Gallo, un prete angelicamente anarchico

“Nella mia vita ho seguito sempre due bussole – continua Don Gallo – da laico la Costituzione e da cristiano il Vangelo di Gesù. Sono stato marinaio, partigiano e puttaniere, ora vengo e vado da tutte le parti, a costo di cadere per terra. Non vengo a fare propaganda ai partiti né tantomeno a fare proseliti per la Chiesa: io mi sento uomo perché appartengo alla famiglia umana. Proprio per questo sono cristiano e non violento, antifascista e anticapitalista. Il grande risultato del capitalismo è sotto gli occhi di tutti, ogni cinque secondi qualcuno muore di fame! Ma come si fa a non prendere coscienza, come si fa a non alzare la testa? E quante guerre, quante menzogne.. con la guerra cade completamente la civiltà. Con il capitalismo quando non c’è un nemico bisogna crearlo.. possibile che non si incontri la strada della pace?”

“La pace noi ce l’abbiamo nel profondo, è la nostra benedizione millenaria. Il capitalismo invece è un modello diabolico, che vuole distruggere le istanze collettive, l’essere in sé e tutte le coscienze critiche. Io non posso che onorare e ricordare tutti quelli che sono morti per la libertà, in tutte le rivoluzioni del mondo, alla ricerca di un modello di sviluppo nuovo. In Italia e nel mondo, ogni 100 abitanti solo uno si arricchisce, e gli altri 99 si impoveriscono! Voglio chiamare in causa i giovani, non lasciatevi portare via la democrazia.. ragazzi agitatevi! Il mondo ha bisogno del vostro entusiasmo, il mondo ha bisogno della vostra forza”.

Tra un accorato ricordo della ‘sua’ Genova, delle lotte passate, con una nuova dedica alle donne, “le vere custodi della Terra”, qualche critica alla Chiesa e a chi non capisce che la religione deve essere una  scelta libera e che “nessuno deve permettersi di dare dei giudizi davanti a scelte di questo tipo”. E poi il suo quotidiano lavoro nella comunità di San Benedetto al Porto, per dare voce a chi non ne ha, autofinanziata grazie alle offerte e alla vendita dei suoi (tanti) libri. Don Gallo arringa il suo pubblico, lo fa ridere ma lo fa riflettere, quando chiama in causa anche in modo ironico “l’inettitudine dei politici”, da Berlusconi alla Gelmini, da Tremonti alla Binetti, senza dimenticare tutti quelli che stanno zitti davanti “alla strage mafiosa a cui assistiamo ogni giorno”.

E quando tutti si alzano in piedi per applaudirlo lui si sbraccia e distende la bandiera della Pace, quella pace che altro non è che “un grido enorme di tutti i giovani contro le autorità e le ingiustizie delle istituzioni”. Citando poi l’indimenticata Fernanda Pivano: “Il carro armato non è democrazia. Chi dice che vuole portare la civiltà e il progresso con le armi è solo un pazzo”. E come tale deve essere trattato.

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