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Cronaca

Morto per malore in fabbrica, la moglie: «Vogliamo capire cosa è accaduto»

La donna, affranta dal dolore, chiede chiarezza su come sono andate le cose

Troppe cose non tornano. A dirlo è Maria Graus, moglie di Vincenzo Giaquinto, l'operaio bresciano di 64 anni è deceduto il 31 marzo a causa di un malore mentre lavorava in fabbrica, nel turno di notte alla Iveco di Suzzara, nel Mantovano. Le parole della donna, madre di quattro figli, sono riportate in un lungo articolo sul quotidiano Bresciaoggi in edicola stamane.  

Maria Graus vorrebbe che si facesse luce sul perché non siano state chiamate tempestivamente le forze dell'ordine e il personale dell'Ats, come da prassi anche per infortuni poco gravi che si verificano in azienda. Vorrebbe sapere anche perché non è ancora stato aperto un fascicolo in Procura, e perché nella notte del decesso del marito nessuno in fabbrica abbia utilizzato il defibrillatore regolarmente presente. Alla donna è stato detto che non sarebbe stato utilizzato perché l'ambulanza è arrivata tempestivamente, ma secondo la moglie di Giaquinto l'ambulanza non è arrivata sul posto dopo dieci minuti, ma dopo oltre venti minuti, perché intralciata da materiale che ostruiva il passaggio. 

Tra le altre cose, la donna vorrebbe anche sapere perché non è stata fermata la produzione, nemmeno durante i prolungati, drammatici, tentativi di rianimare Vincenzo: «La motivazione che mi è stata data - dice la donna - è perché gli operai, non lavorando, avrebbero potuto intralciare le operazioni di soccorso: e il sentimento di umanità e il rispetto verso la vita, dove sono?». 

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