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Cronaca Gardone Val Trompia

Condannato all’ergastolo per tre omicidi, era ancora in semilibertà

La (strana) storia di Carlo Gritti, 69enne valtrumplino condannato all’ergastolo per tre omicidi, negli anni ’70. Ma che riusciva comunque a gestire operazioni criminali di droga e rapine: era in semilibertà, ora arrestato

Era lui il capo assoluto della vasta organizzazione che controllava diverse aree di spaccio della Valtrompia, da Gardone a Lumezzane, da Villa Carcina a Sarezzo. Classe 1945, Carlo Gritti orchestrava i suoi sicari, una dozzina in tutto, e non lesinava di sporcarsi le mani. Pare si sia compromesso in prima persona anche in più di una rapina.

Arrestato insieme ad altre undici persone a conclusione dell’operazione antidroga ‘Le Vele’, conclusa proprio pochi giorni fa dai Carabinieri: sette persone in carcere, altre cinque agli arresti domiciliari. Tutti bresciani, valtrumplini Doc, fatta eccezione per un giovane immigrato di origini moldave.

La storia di Carlo Gritti intanto ancora stupisce. Detenuto in carcere a Bergamo ma in regime di semilibertà: poteva uscire (quasi) tutti i giorni, dalle 7 alle 21. Giornate intere, durante le quali era obbligato a prestare servizio di volontariato in una comunità di recupero per tossicodipendente. Allo stesso tempo però riusciva a gestire e controllare la sua organizzazione criminosa.

Un passato più che burrascoso, e una condanna decisamente troppo labile. Già condannato all’ergastolo non per uno ma per tre omicidi accertati. Il primo nel 1972, quando durante una rapina in terra di Casnigo, nella bergamasca, aveva colpito e ucciso il guardiano dell’azienda poi rapinata.

Gli altri due circa un paio d’anni più tardi: un altro assalto a mano armata, in cui il Gritti uccise a colpi di pistola due guardie di frontiera, nel cantone di San Gallo, in Svizzera.

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