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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Incubo Trenord: treni fermi (e soppressi), carrozze a 47 gradi

Settimana da incubo per i pendolari delle linee più battute di Trenord: da Milano a Venezia, da Brescia a Cremona. Il caldo da record fa saltare gli impianti di climatizzazione: in carrozza anche 47 gradi

Ennesima settimana da incubo per i pendolari delle linee ferroviarie Trenord. Caldo asfissiante, treni in ritardo se non addirittura soppressi, impianti di climatizzazione in tilt, convogli che si fermano a poche centinaia di metri dalla stazione per poi non ripartire più, lasciando che i passeggeri scendano a piedi per raggiungere la fermata, andare a scuola o al lavoro.

Cronache di un altro mondo, e che invece raccontano delle tratte più frequentate nel Nord Italia: gli epicentri nel milanese, poi sulla Milano-Venezia, sulla Brescia-Cremona, la Bergamo-Lecco, la linea che porta a Parma. Si moltiplicano le segnalazioni, sul web e non solo, riprese dai quotidiani e dai blog: carrozze ferme per ore, vagoni in cui la temperatura segna addirittura i 47 gradi, treni come forni all'alba del 2016 nel cuore dell'Europa industrializzata.

“Il problema dell'aria condizionata è fortemente connesso all'età della flotta – spiegano proprio da Trenord in una nota definita 'di scuse' – Oltre la metà dei treni ha un'età media di 33 anni. Sulla maggior parte di queste carrozze gli impianti di climatizzazione sono stati installati solo successivamente alla loro entrata in servizio”. E pare che col caldo molti se ne siano andati in tilt.

Ma con un annuncio che vale come promessa: non appena terminerà il “piano straordinario” dedicato a Expo, “i treni più vecchi della flotta non dotati di climatizzazione saranno dismessi”. Quindi, incrociando le dita, entro la fine del 2015. Mentre su Facebook la polemica non si ferma, e le storie di susseguono.

Sono tantissime, alcune già accennate in apertura, altre già raccontate. Quasi una piccola letteratura dei pendolari, 'liberati' nella loro (amara) creatività. Alle prese con un caldo record, magari un lavoro che non sai dove ti porterà, uno stipendio così così, e alle fine pure un treno bollente, che quando arrivi dove devi arrivare sei già da buttare, e altro che una doccia, ti serve un tuffo.

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