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Cronaca

Cocaina purissima per clienti facoltosi: 8 in manette, tra loro anche un bresciano

Coinvolti nella maxi operazione antidroga due sottufficiali dell'esercito e l'ex calciatore dell'Inter Nicola Berti, che smentisce. La droga, venduta a 100 euro al grammo, arrivava dalla nostra città

Arrivava da Brescia la cocaina purissima poi smerciata a centinaia di facoltosi clienti della Piacenza bene. A procurare la polvere bianca, pura al 70 %, era infatti Vatnikaj Blerim, cittadino albanese di casa nella nostra città: per lui si sono aperte le porte del carcere. 

La maxi operazione antidroga della Squadra Mobile di Piacenza è sfociata in otto misure cautelari spiccate dal gip Adele Savastano con l'accusa di traffico di droga in concorso e favoreggiamento. Tra le persone finite in manette c'è anche una coppia di sottufficiali dell'esercito in forza al Genio Pontieri: Giulia e Francesco Albanese, per loro sono rispettivamente scattati l'obbligo di firma e i domiciliari. 

Investigatori e inquirenti - coordinati dal sostituto procuratore Matteo Centini - hanno anche denunciato quattro uomini, tra cui ci sarebbe anche l'ex calciatore Nicola Berti. L'ex dell'Inter nega tutto: 

"Il signor Berti - si legge nella nota diffusa dai legali dell'ex centrocampista - smentisce categoricamente quanto riportato circa un suo coinvolgimento, peraltro già escluso dalle stesse Autorità competenti, anche nella forma del tutto marginale, nell’inchiesta riguardante un traffico di stupefacenti ricordando di essere stato a disposizione della Magistratura, nella quale ha piena e assoluta fiducia e davanti alla quale è pronto a chiarire ogni eventuale aspetto della vicenda". ​

Le indagini, lunghe e complesse, erano cominciate lo scorso febbraio, la prima svolta arrivò pochi mesi più tardi, quando gli inquirenti scovarono quattro etti di cocaina nella casa delle coppia di soldati. L'ingente quantitativo di droga, che avrebbe potuto fruttare circa 32 mila euro, era nascosto dietro le piastrelle del bagno.

Secondo quanto ricostruito la cocaina veniva venduta dall'albanese di casa a Brescua a Fabrizio Musciaglia, il 'boss' dell'organizzazione che piazzava a centinaia di clienti facoltosi le dosi di droga. Secondo gli inquirenti ogni grammo veniva venduto a 100 euro: il giro d'affari era di circa 30mila euro al mese. 


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